Salario base co.co.pro.: le cose da sapere
I co.co.pro. (contratti di collaborazione a progetto) si differenziano dalle vecchie co.co.co. (collaborazioni coordinate continuative) perché in base all'Art. 62 della Legge Biagi prevedono un progetto specifico, determinato o determinabile nel tempo, ma come queste ultime non presentano indicazioni chiare e vincolanti per quanto riguarda la parte retributiva. L'Art.63 della Legge Biagi parla infatti di un salario "proporzionato alla quantità e qualità del lavoro eseguito" e con "parametro di riferimento i compensi normalmente corrisposti per analoghe prestazioni di lavoro autonomo nel luogo di esecuzione del rapporto", una definizione priva di precisi riferimenti che ha permesso ai datori di lavoro di interpretarla a proprio piacimento e vantaggio, finendo con il giocare al ribasso nella quasi totalità dei casi.L'emendamento al DDL Lavoro 2012 proposto dai relatori Tiziano Treu (Pd) e Maurizio Castro (Pdl) vuole dunque mettere fine a questa abitudine stabilendo a priori un salario base per i co.co.pro, calcolato dal Ministero del Lavoro facendo la media tra le tariffe minime dei lavoratori autonomi e le retribuzioni stabilite dai contratti collettivi. Modifica che per Treu è ragione di soddisfazione - "c’è la flessibilità buona ed è la prima volta che viene introdotto un compenso di base per garantire i poveri cristi" - ma che il Segretario della Cgil Susanna Camusso non accoglie con uguale ottimismo: "non si vede il segno di un cambiamento vero".
Il governo, da parte sua, mostra invece di gradire, e nella persona del ministro del Welfare Elsa Fornero spende parole di elogio per il lavoro svolto dai due relatori, che sono riusciti a mettere d'accordo i due principali schieramenti, come sintetizza il vicepresidente della commissione Lavoro alla Camera, Giuliano Cazzola (Pdl): "è positivo che questa strana maggioranza sia in grado di trovare soluzioni comuni, condivise da tutti i gruppi, anche in una materia delicata ed intessuta di ideologismi come quella del lavoro".