Si terranno tra giovedì e venerdì i funerali di Alessandro R., il ragazzo di 21 anni che si è tolto la vita, sabato scorso, lanciandosi nel vuoto dalla sua abitazione al Casilino. Il giovane, che lavorava come commesso per una grande catena spagnola, era gay,
ma il suo orientamento sessuale era vissuto con serenità e in famiglia
era accettato da tutti. Alla base del suo gesto ci sarebbe stata una
depressione, che lo ha spinto a gettarsi dal settimo piano, da
un’altezza di dieci metri. Un'autopsia dovrà chiarire, tra le altre
cose, se avesse assunto alcol o altre sostanze.
GLI AMICI La notizia della sua morte è rimbalzata di bacheca in bacheca su Facebook.
Dagli amici di Muccassassina, la storica serata del venerdì organizzata
dal circolo Mario Mieli, ai conoscenti, con i quali parlava spesso sui
social network. Erano in tanti quelli che gli volevano bene e che, oggi,
a malapena riescono a credere al racconto di questa vita spezzata. In
pochi hanno voglia di parlare. «Ci eravamo sentiti pochi giorni fa e ci
saremmo dovuti vedere presto, tutto questo non mi sembra possibile. Il
suo suicidio non era stato predeterminato», racconta Andrea. A segnare
Alessandro, la scorsa estate, sarebbe stata però la fine della relazione
con il suo ragazzo, Pietro. «La storia non è finita bene – racconta
oggi l'ex – e dopo che abbiamo smesso di vederci temo che si sia
lasciato andare». La madre e il fratello gemello avevano accettato la
sua omosessualità senza alcun problema, non gli avevano mai creato
incomprensioni. Con la mamma, in più di una occasione aveva anche
sfilato al Gay Pride e su Facebook la donna era intervenuta più volte
per difenderlo da alcune affermazioni omofobe. «Era un ragazzo pieno di
vita, dolcissimo», racconta un altro amico. «Sensibile, dolce e
sincero», lo ricorda Domenico, che su Facebook ha pubblicato una foto
che li ritrae in discoteca. E nelle foto che gli amici condividono in
queste ore, spicca il sorriso di Alessandro, che riusciva a nascondere
quella tristezza e malinconia che lo stavano divorando da dentro.
I PARENTI Sorrideva anche nello scatto che lo ritrae
con il fidanzato e nonna Teresa, nel giorno del compleanno, a febbraio.
Perché Alessandro non aveva segreti e quella storia d’amore l’aveva
sempre vissuta alla luce del sole. «Era una persona che non aveva
problemi di nessun tipo con la sua omosessualità, diciamo che da questo
punto di vista era un esempio per le persone che non si accettano –
racconta Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center – ci siamo
conosciuti e il cugino presta servizio all'interno della nostra
associazione. Non riusciamo a capire cosa gli sia potuto accadere, certo
si tratta di un dramma che ci ha colpiti tutti».
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