La presenza di iodio nel mare nei pressi della centrale è aumentata fino a 147 volte i livelli fissati dalla legge
MILANO - Due lavoratori impegnati al reattore tre della centrale nucleare Fukushima 1, danneggiata dal sisma e della tsunami dell'11 marzo scorso, sono stati ricoverati in ospedale perché colpiti da bruciature dovuti a radiazioni di particelle beta. Lo ha annunciato l'Agenzia giapponese per la sicurezza nucleare, precisando che le loro condizioni sono stabili. I due sono rimasti con i piedi nell'acqua radioattiva mentre cercavano di collegare cavi elettrici. su di loro sono stati rilevate radiazioni pari a 170-180 millisievert, su un massimo ammesso di 250 millisievert
IODIO E CESIO - Intanto la presenza di iodio nell'acqua di mare nei pressi della centrale di Fukushima è aumentata fino a 147 volte i livelli fissati dalla legge. Lo riporta l'agenzia Kyodo, citando la Tepco, la società che gestisce la struttura. Livelli di cesio radioattivo di 1,8 volte più alti del normale sono stati trovati in verdure in un campo coltivato di Tokyo, a 240 km da Fukushima. Al contrario il governo metropolitano di Tokyo ha riferito che lo iodio 131 nell'acqua della città è sceso a 79 becquerel al chilo, sotto la soglia di sicurezza per i lattanti che è fissata a quota 100. L'ambasciatore italiano Vincenzo Petrone ha invitato, parlando con l'Ansa, a «evitare inutili allarmismi» e a «valutare la situazione nel giusto contesto».CIBO - Si spiega anche per questo che, dopo Stati Uniti e Francia, anche l'Australia, il Canada, Singapore e Hong Kong hanno deciso di sospendere le importazioni di cibo dal Giappone, in particolare dei prodotti provenienti dalle zone vicine alla centrale. L'Australia ha ordinato il congelamento delle importazioni dei prodotti alimentari provenienti dalla regione di Fukushima, precisando però che i rischi per i consumatori sono trascurabili. Hong Kong ha fatto altrettanto, dopo aver rinvenuto mercoledì tre campioni di verdura contaminata. Il Canada ha annunciato un rafforzamento dei controlli su latticini, frutta e verdura che provengono dalle quattro prefetture contaminate: Fukushima, Gunma, Ibaraki e Tochigi.
IL BILANCIO - Nel frattempo un'altra scossa di terremoto di magnituo 6,1 è stata registrata nel Giappone nordorientale alle 17,21 locali (le 9,21 in Italia). Lo riferisce la Japan Meteorological Agency (Jma) che ha rilevato l'epicentro poco lontano dalle coste della prefettura di Iwate, a una profondità di 20 km. L'intensità è stata valutata in 5- sulla scala nipponica di 7, mentre non si hanno notizie di danni a persone o cose. La Jma, pur non lanciando alcun allarme tsunami, ha messo in guardia da una possibile variazione anomala delle onde a seguito della scossa. La polizia giapponese ha fornito i nuovi dati sulle vittime del terremoto e dello tsunami che hanno colpito il Paese l'11 marzo. I corpi recuperati sono sinora 9.737, mentre i dispersi sono 16.423 e 2.777 i feriti. I dati sono destinati a cambiare man mano che i lavori di recupero dei corpi proseguono e che la lista degli scomparsi viene aggiornata. Secondo una stima della banca americana Goldman Sachs, il disastro potrebbe venire a costare al Giappone 140 miliardi di euro, la più costosa catastrofe naturale della storia in termini economici, pari al 4,5% del Pil giapponese, una stima in linea con quella della Banca mondiale.
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