venerdì 19 settembre 2014
Statali, dopo la minaccia di sciopero arriva lo sblocco dei salari per polizia e militari
Dal 2015 torneranno a muoversi gli stipendi di forze di polizia e
militari, fermi dal 2010. Le risorse - circa un miliardo di euro - sono
state trovate dopo un incontro a Palazzo Chigi tra Luca Lotti,
sottosegretario alla presidenza del consiglio e braccio destro del
premier Matteo Renzi, ed i ministri interessati, Angelino Alfano
(Interno), Roberta Pinotti (Difesa) e Pier Carlo Padoan (Economia). «È
stata confermata la decisione - commenta Alfano - di risolvere la
questione. Il lavoro per reperire le risorse è positivamente avviato».
Da parte loro i sindacati attendono comunicazioni ufficiali, ma
puntualizzano sulla minaccia di sciopero che aveva fatto tanto
arrabbiare il presidente del Consiglio: riguardava forestali e vigili
del fuoco, non forze di polizia e carabinieri, cui la legge vieta di
incrociare le braccia. L'annuncio del Governo sulla soluzione «in
dirittura d'arrivo» giunge poco prima che una parte dei sindacati di
polizia e dei Cocer vengano ricevuti a Palazzo Grazioli da Silvio
Berlusconi. Forse un caso o forse la volontà di bloccare eventuali
strumentalizzazioni della vertenza.
Le coperture di massima sono state dunque trovate. Ora si lavora a
definire i dettagli. Circa 430 milioni di euro sono stati racimolati
nelle pieghe dei bilanci di Interno e Difesa, mentre poco più di 500
milioni sarebbero stati recuperati dal ministero dell'Economia. Quanto
basta, dunque, per eliminare i tetti salariali che hanno fatto perdere
ai poliziotti in quattro anni, secondo stime dei sindacati, tra i 4mila
ed i 6mila euro netti in quattro anni. Alla soluzione i ministri Alfano e
Pinotti lavoravano da mesi, poi il 3 settembre c'è stata la doccia
fredda del ministro per la Pubblica amministrazione Marianna Madia: «Non
ci sono le risorse per lo sblocco dei salari».
Sindacati di polizia e Cocer sono insorti con l'inaudita minaccia dello
sciopero generale. Una presa di posizione che ha provocato l'ira del
premier, che anche ieri li ha accusati di «pressioni indebite» e «forme
di protesta contro la legalità». Il fido Lotti ha comunque preso in mano
la vertenza ed oggi ha convocato la riunione che si è conclusa con una
fumata bianca. Le sigle sindacali non si sono «rimangiati le parole»,
come auspicava Renzi. Ma oggi ne hanno precisato il senso. «All'interno
dei Comparti Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico - hanno spiegato - vi
sono, infatti, categorie che hanno, per legge, il diritto di sciopero».
Si tratta di forestali e vigili del fuoco. Pertanto, hanno aggiunto,
«l'annuncio di fare ricorso a questa forma legittima di protesta è da
intendersi riferito ai colleghi di questi settori. Il personale, come
sempre e solo se necessario, attuerà le proprie azioni di protesta senza
alcun pregiudizio per la tutela della sicurezza, della difesa e del
soccorso pubblico dei cittadini e delle Istituzioni democratiche».
Comunque, ha osservato Felice Romano, segretario del Siulp, «lo sblocco è
la restituzione di soldi che ci spettavano e premia la meritocrazia, la
maggiore produttività e la professionalità degli uomini e delle donne
in uniforme».
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