«Per la tua piccolina non
compri mai balocchi». Sembrerebbe scritto ieri il ritornello di Balocchi
e Profumi, brano del ‘28, se la crisi non avesse “tagliato” anche i
profumi.
I giocattoli non si comprano più. O quasi. Tra
gennaio e luglio, secondo Assogiocattoli, le vendite sono calate del
3,4% in valore e del 2,4 in volume, a conferma del trend registrato nel
2012 con meno 2% in valore rispetto al 2011. La crisi non risparmia
nessuno, neanche i più piccoli. Ora si taglia. Tutti e su tutto.
Continua la corsa a offerte e sconti, il carrello della spesa è meno
caro ma tavola e dieta sono più povere. Si comprano meno frutta e
verdura, con cali rispettivamente del 2,1 e del 6,3 per cento.
Le
ragioni sono da cercare nella crisi ma anche nell’ininterrotta crescita
di spese obbligate, che rappresenta il 40,6% dei consumi secondo
Confcommercio, portando ogni famiglia a spendere 6500 euro l’anno. Nel
’92 erano 2700. Il reddito disponibile pro capite, inoltre, è tornato ai
livelli del 1987: 17.300 euro. «La ripresa è solo un annuncio – dice
Carlo Sangalli, presidente Confcommercio – imprese e famiglie restano
ancora in attesa. Il cuneo fiscale è una delle priorità ma l’aumento Iva
va a colpire le fasce deboli».
L’Istat certifica la stabilità
dell’inflazione all’1,2% ad agosto. Confcommercio conferma le
previsioni: il Pil 2013 a -1,7% salirà di 0,5% nel 2014, i consumi 2013 a
-2,4 mostreranno ancora segno meno – -0,2 – nel 2014. L’Antitrust
chiede di ridurre i costi dei conti correnti, valutando possibili
risparmi fino a 180 euro, e invita a una maggiore trasparenza per
migliorare la concorrenza nel settore. Abi risponde con i tagli già
effettuati: il costo medio oggi è 100 euro.
Intanto, due giorni
fa è stato definito l’accordo che attribuisce alla Bce la supervisione
bancaria unica da settembre 2014. «Un vero passo avanti – per Mario
Draghi, presidente Bce – nel creare l’Unione bancaria, elemento chiave
di una vera unione economica e monetaria». E se i segnali di una
“ripresina” in Italia ci sono secondo l’Europa, le Pmi hanno chiesto un
incontro urgente a Letta per parlare di priorità. E futuro.
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