lunedì 25 marzo 2013
NAPOLI, L'AUTO IN BILICO IN AUTOSTRADA: LA FOTO FA IL GIRO DEL WEB
L'auto esce di strada e precipita nel terrapieno. Per fortuna non è successo nulla di grave, ma il modo in cui la macchina rimane incastrata ha subito suscitato curiosità. Le immagini arrivano dal casello di Agnano, sulla Tangenziale di Napoli, dove è avvenuto il 'singolare' incidente. Dopo la pubblicazione on-line, le foto hanno provocato molti commenti e post ironici, come «Avrà creduto che si trattava di una scorciatoia» oppure «Voleva evitare gli autovelox» o anche «In realtà è la nuova area di sosta della tangenziale».
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IL DRAMMA DI FEDERICO ALLE IENE: "VOLETE SALVARLO? O PAGA O VA ALL'ESTERO"
L'intervento salvavita al bimbo
è urgente? Allora le alternative sono due: o si va all'estero, o si
paga il medesimo chirurgo della struttura pubblica, che si offre di
operare privatamente e in fretta. Ma a pagamento. E' la disavventura, per fortuna a lieto fine, capitata al piccolo Federico, nato con una malformazione del cranio,
in cui le placche ossee che lo formano sono già saldate alla nascita
impedendo al cervello di crescere. L'intervento per Federico, 8 mesi,
era urgentissimo perché il momento migliore sarebbe a 4, ma due medici
di una struttura pubblica di Roma hanno fatto credere
ai genitori che la lista d'attesa era troppo lunga e che avrebbero
potuto operare loro stessi in privato, al costo di 38mila euro. Il papà
del bambino ha invece chiesto una seconda opinione all'ospedale Gemelli,
dove è stato operato d'urgenza dopo soli 7 giorni. L'uomo si è poi
recato di nuovo dal chirurgo fingendo di aver ottenuto il denaro da uno
strozzino e di essersi messo nei guai, ma i chirurghi hanno
impietosamente insistito sull'impossibilità di risolvere il problema in
un altro modo. Giulio Goria de Le Iene
ha quindi affrontato i due professionisti, che alle telecamere hanno
dichiarato di "non essere al corrente" dell'esistenza in Italia di altri
colleghi in grado di svolgere quel tipo di intervento.
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MUORE PAOLO PONZO, EX DEL MODENA: FATALE UN MALORE ALLA MARATONA
L'ex centrocampista del Modena e delle giovanili del Genoa, Paolo Ponzo, di 41 anni, è morto oggi in seguito ad un malore sofferto durante una maratona
dilettantistica che si è disputata nel savonese. Ponzo stava
percorrendo il tratto su Monte Acuto, a 700 metri sul livello del mare,
quando forse per il freddo intenso ha avuto un malore. Ponzo è stato
assistito dal Soccorso alpino e trasferito all'ospedale Santa Corona di
Pietra Ligure dove è deceduto poco prima delle 22. Proprio per le
condizioni meteorologiche critiche, due gradi di temperatura e pioggia
ghiacciata, altri 19 atleti sono stati soccorsi per ipotermia.
venerdì 22 marzo 2013
Si spacca il centrodestra salernitano dopo il risultato elettorale
Terremoto
politico nella Provincia di Salerno e nei comuni di Cava de’ Tirreni e
Sarno: tra Pdl e Fratelli d’Italia è divorzio. Ad aprire la crisi è
stata la decisione dei consiglieri provinciali berlusconiani di uscire
dalla maggioranza rompendo col partito di Fratelli d’Italia. Una rottura
maturata all’interno della coalizione di centrodestra a seguito
dell’inasprimento dei rapporti tra il leader salernitano di Fdi, Edmondo
Cirielli, e Mara Carfagna, commissario provinciale del Pdl, che, già
nel corso della recente campagna elettorale, non si erano risparmiati
duri attacchi.
Il divorzio tra i due partiti di centrodestra finora alla guida della Provincia, presieduta dall’esponente di FdI, Antonio Iannone, segna il passaggio all’opposizione dei consiglieri Pdl Pasquale Aliberti, Ludovico Buonomo, Mimmo Di Giorgio, Massimo D’Onofrio, Giuseppe Zitarosa, Enzo Paolillo. Lo scossone travolge anche due comuni importanti della provincia di Salerno a guida centrodestra, Cava e Sarno, dove i consiglieri comunali del Popolo della Libertà hanno confermato l’uscita dalle rispettive maggioranze.
Il divorzio tra i due partiti di centrodestra finora alla guida della Provincia, presieduta dall’esponente di FdI, Antonio Iannone, segna il passaggio all’opposizione dei consiglieri Pdl Pasquale Aliberti, Ludovico Buonomo, Mimmo Di Giorgio, Massimo D’Onofrio, Giuseppe Zitarosa, Enzo Paolillo. Lo scossone travolge anche due comuni importanti della provincia di Salerno a guida centrodestra, Cava e Sarno, dove i consiglieri comunali del Popolo della Libertà hanno confermato l’uscita dalle rispettive maggioranze.
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giovedì 21 marzo 2013
MILANO, GIOIELLIERE UCCISO DURANTE UNA RAPINA. "COLPITO ALLA TESTA" -
Forse una rapina finita in tragedia. Un gioielliere di 73 anni è stato
ucciso a Milano nel suo negozio di cui è titolare, in via dell'Orso
numero 3. Sul posto il 118 di Milano e i Carabinieri. L'uomo ha perso la
vita probabilmente durante una rapina nella sua gioielleria.
Secondo le prime informazioni l'uomo è stato trovato ucciso nella sua gioielleria, dove si trovava da solo. A chiamare il 118 è stata la moglie, che cercava invano di contattarlo in negozio e al cellulare. Quando i soccorritori sono arrivati hanno trovato l'uomo, Giovanni Veronesi, con una profonda ferita al capo, al momento non si sa se da colpo d'arma da fuoco o altro. Nel negozio, da un primo sopralluogo, mancherebbero alcuni preziosi, ma al momento i carabinieri stanno ancora ricostruendo la dinamica.
SOPRALLUOGO DEI CARABINIERI In via dell'Orso, dove è stato trovato morto il titolare delle gioielleria Veronesi è in corso il sopralluogo degli Investigatori dell'arma. Il cadavere del titolare dell'attività, Giovanni Veronesi, di 73 anni si trova ancora all'interno del negozio, una elegante vetrina al piano terra di un palazzo di tre piani nel centro di Brera, il prestigioso quartiere del centro cittadino.
La strada, via dell'Orso, non distante dal Teatro alla Scala, è stata chiusa per permettere i rilievi del Nucleo investigativo. Ai lati della zona di rispetto creata dalla forze dell'ordine una piccola folla di persone guarda sgomenta la scena mentre gli uomini con le tute bianche della 'scientificà eseguono le foto sul luogo della rapina.
Secondo le prime informazioni l'uomo è stato trovato ucciso nella sua gioielleria, dove si trovava da solo. A chiamare il 118 è stata la moglie, che cercava invano di contattarlo in negozio e al cellulare. Quando i soccorritori sono arrivati hanno trovato l'uomo, Giovanni Veronesi, con una profonda ferita al capo, al momento non si sa se da colpo d'arma da fuoco o altro. Nel negozio, da un primo sopralluogo, mancherebbero alcuni preziosi, ma al momento i carabinieri stanno ancora ricostruendo la dinamica.
SOPRALLUOGO DEI CARABINIERI In via dell'Orso, dove è stato trovato morto il titolare delle gioielleria Veronesi è in corso il sopralluogo degli Investigatori dell'arma. Il cadavere del titolare dell'attività, Giovanni Veronesi, di 73 anni si trova ancora all'interno del negozio, una elegante vetrina al piano terra di un palazzo di tre piani nel centro di Brera, il prestigioso quartiere del centro cittadino.
La strada, via dell'Orso, non distante dal Teatro alla Scala, è stata chiusa per permettere i rilievi del Nucleo investigativo. Ai lati della zona di rispetto creata dalla forze dell'ordine una piccola folla di persone guarda sgomenta la scena mentre gli uomini con le tute bianche della 'scientificà eseguono le foto sul luogo della rapina.
IL COLLOQUIO GENITORI-PROF SU SKYPE: L'ESPERIMENTO IN UN ISTITUTO MILANESE
Colloqui via Skype tra insegnanti e genitori, appena dopo Pasqua, e, da
settembre, accesso online a documenti, materiale per le lezioni e
registro elettronico. Tutto nel pieno rispetto della privacy: «cavie»
circa 100 allievi, 60 della Scuola di Ballo della Scala, il resto
dell'Istituto Tecnico Aziendale, tutti seduti ai banchi del civico polo
scolastico A. Manzoni di via Deledda.
Magie della tecnologia? Sicuramente, ma incanalate nel progetto Genitori in video promosso dal Comune e da Microsoft Italia e presentato ieri dagli assessori al Benessere, Chiara Bisconti, e all'Istruzione Francesco Cappelli.
Una trentina di insegnanti è già in fase di formazione tecnologica, i genitori stanno ricevendo materiale informativo, dopo Pasqua i primi colloqui in Skype: non si perde tempo nel colmare le distanze spazio-temporali tra il corpo docenti e le famiglie degli alunni, milanesi ma non solo. Molti degli allievi della Scuola di Ballo dell'Accademia d'Arti e Mestieri dello Spettacolo Teatro alla Scala, infatti, provengono da altre Regioni, se non da altri Paesi: i loro genitori si trovano a molti chilometri di distanza e non in uffici o case dell'hinterland. Ovunque siano, comunque, con un pc e grazie alla collaborazione dei partner Asus, Microsys e Plantronics, potranno connettersi a un portale web ed essere presenti, informati e attivi nella vita scolastica dei propri figli «in una età in cui le comunicazioni tra professori e genitori diminuiscono», come ha fatto notare l’assessore Cappelli.
La prima fase del progetto, oltre ai colloqui via Skype, prevede anche la possibilità di condividere in tempo reale documenti presenti all’interno della scuola e gestiti tramite Office 365. Per l'estate, con l'introduzione di Lync e la sua integrazione con Skype, inizierà la fase 2 con molti più documenti in condivisione, compreso il fatidico registro elettronico. L'idea è di costruire un ponte virtuale scuola-famiglia da inserire in un più ampio lavoro che sta particolarmente a cuore all'assessore Bisconti: «Facilitare la conciliazione tra tempi della vita e tempi del lavoro per più famiglie possibili».
Magie della tecnologia? Sicuramente, ma incanalate nel progetto Genitori in video promosso dal Comune e da Microsoft Italia e presentato ieri dagli assessori al Benessere, Chiara Bisconti, e all'Istruzione Francesco Cappelli.
Una trentina di insegnanti è già in fase di formazione tecnologica, i genitori stanno ricevendo materiale informativo, dopo Pasqua i primi colloqui in Skype: non si perde tempo nel colmare le distanze spazio-temporali tra il corpo docenti e le famiglie degli alunni, milanesi ma non solo. Molti degli allievi della Scuola di Ballo dell'Accademia d'Arti e Mestieri dello Spettacolo Teatro alla Scala, infatti, provengono da altre Regioni, se non da altri Paesi: i loro genitori si trovano a molti chilometri di distanza e non in uffici o case dell'hinterland. Ovunque siano, comunque, con un pc e grazie alla collaborazione dei partner Asus, Microsys e Plantronics, potranno connettersi a un portale web ed essere presenti, informati e attivi nella vita scolastica dei propri figli «in una età in cui le comunicazioni tra professori e genitori diminuiscono», come ha fatto notare l’assessore Cappelli.
La prima fase del progetto, oltre ai colloqui via Skype, prevede anche la possibilità di condividere in tempo reale documenti presenti all’interno della scuola e gestiti tramite Office 365. Per l'estate, con l'introduzione di Lync e la sua integrazione con Skype, inizierà la fase 2 con molti più documenti in condivisione, compreso il fatidico registro elettronico. L'idea è di costruire un ponte virtuale scuola-famiglia da inserire in un più ampio lavoro che sta particolarmente a cuore all'assessore Bisconti: «Facilitare la conciliazione tra tempi della vita e tempi del lavoro per più famiglie possibili».
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"ELETTRODOMESTICI PROGRAMMATI PER ROMPERSI DOPO LA FINE DELLA GARANZIA"
Molti apparecchi elettrici di uso domestico sarebbero programmati dai
costruttori per rompersi una volta scaduto il periodo di garanzia. A
fare la clamorosa rivelazione, resa nota in prima pagina dalla
'Sueddeutsche Zeitung', e' uno studio commissionato dal gruppo
parlamentare dei Verdi e realizzato da un esperto, Stefan Schridde, in
collaborazione con Christian Kreiss, professore di economia
all'universita' di Aalen. "L'usura pianificata e' un fenomeno di massa",
spiega Schridde, che insieme al collega ha preso in esame 20 prodotti
di massa, tra i quali varie stampanti a getto di inchiostro, nelle quali
dopo la stampa di alcune migliaia di pagine appare l'indicazione della
necessita' di una riparazione, anche se l'apparecchio potrebbe
continuare a stampare tranquillamente.
Per la risuolatura delle scarpe vengono invece usate spesso suole incollate che si consumano rapidamente, ma che e' poi impossibile distaccare per sostituirle. In molte chiusure lampo di giacconi i denti sono costruiti invece a spirale, in modo da rendere l'anima prima del dovuto. I due studiosi hanno anche scoperto lavatrici nelle quali le barre di riscaldamento si arrugginiscono con troppa facilita', con il risultato che la loro sostituzione risulta carissima per l'utente dell'elettrodomestico.
Il fenomeno di usura precoce degli apparecchi viene definito nello studio una "opalescenza pianificata", poiche' i produttori inserirebbero appositamente punti deboli o utilizzerebbero materiali scadenti destinati ad usurarsi rapidamente. Schridde parla di un fenomeno consistente nella "massimizzazione dei profitti" da parte delle aziende, sottolineando nello studio che "la strategia di graduale deterioramento della qualita' viene ricompensata sotto forma di utili crescenti".
Argomento contestato da Werner Scholz, presidente dell'Associazione dei produttori di elettrodomestici (Zvei), secondo il quale "i produttori sbaglierebbero, se agissero in questo modo", poiche' un cliente che si ritrovasse dopo poco tempo una lavatrice inservibile, come minimo ne comprerebbe una nuova di un altro marchio. Secondo uno studio commissionato dalla Zvei, dei quasi 180 milioni di elettrodomestici presenti nelle case tedesche oltre 75 milioni hanno piu' di 10 anni di eta'.
I Verdi chiedono invece una maggiore regolamentazione e "chiare norme sulla riparabilita' e la sostituzione dei pezzi di ricambio". Secondo i due autori dello studio, se i consumatori tedeschi non fossero costretti a ricomprare nuovi prodotti a causa di un deterioramento precoce, si ritroverebbero complessivamente in tasca 100 miliardi di euro l'anno.
Per la risuolatura delle scarpe vengono invece usate spesso suole incollate che si consumano rapidamente, ma che e' poi impossibile distaccare per sostituirle. In molte chiusure lampo di giacconi i denti sono costruiti invece a spirale, in modo da rendere l'anima prima del dovuto. I due studiosi hanno anche scoperto lavatrici nelle quali le barre di riscaldamento si arrugginiscono con troppa facilita', con il risultato che la loro sostituzione risulta carissima per l'utente dell'elettrodomestico.
Il fenomeno di usura precoce degli apparecchi viene definito nello studio una "opalescenza pianificata", poiche' i produttori inserirebbero appositamente punti deboli o utilizzerebbero materiali scadenti destinati ad usurarsi rapidamente. Schridde parla di un fenomeno consistente nella "massimizzazione dei profitti" da parte delle aziende, sottolineando nello studio che "la strategia di graduale deterioramento della qualita' viene ricompensata sotto forma di utili crescenti".
Argomento contestato da Werner Scholz, presidente dell'Associazione dei produttori di elettrodomestici (Zvei), secondo il quale "i produttori sbaglierebbero, se agissero in questo modo", poiche' un cliente che si ritrovasse dopo poco tempo una lavatrice inservibile, come minimo ne comprerebbe una nuova di un altro marchio. Secondo uno studio commissionato dalla Zvei, dei quasi 180 milioni di elettrodomestici presenti nelle case tedesche oltre 75 milioni hanno piu' di 10 anni di eta'.
I Verdi chiedono invece una maggiore regolamentazione e "chiare norme sulla riparabilita' e la sostituzione dei pezzi di ricambio". Secondo i due autori dello studio, se i consumatori tedeschi non fossero costretti a ricomprare nuovi prodotti a causa di un deterioramento precoce, si ritroverebbero complessivamente in tasca 100 miliardi di euro l'anno.
martedì 19 marzo 2013
FISCO, STANGATA SUGLI ITALIANI NEL 2013. "421 EURO DI TASSE IN PIÙ PER FAMIGLIA"
Stangata da 421
euro in arrivo sulle tasche delle famiglie italiane tra Iva, Tares e
addizionali. A fare i calcoli sono Adusbef e Federconsumatori, che
parlano di pressione fiscale su «livelli insostenibili, oltre il 45%».
Gli aumenti del 2013 rappresentano, per le due associazioni, «un vero e
proprio salasso che equivale a circa un mese di spesa alimentare di una
famiglia media». Aggiungendo gli aumenti del 2012, con l'Imu e gli
aggravi sulle accise, l'incremento vola a 1.905 euro.
Secondo le rilevazioni dell'Osservatorio nazionale Federconsumatori, l'aumento dell'Iva in programma dal primo luglio peserà per 207 euro, la Tares per 51 euro e le addizionali territoriali per 163 euro. In totale, dunque, le famiglie dovranno sborsare in media 421 euro in più. «Tutto ciò - commentano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti - non fa che accrescere la nostra forte preoccupazione circa la situazione delle famiglie, costrette a molte rinunce per mantenere una condizione economica dignitosa, a volte appena al di sopra della soglia di povertà».
Per questo, secondo i consumatori, «è ormai improrogabile una decisa azione di Governo (che ci auguriamo venga nominato al più presto), a cui spetterà il grave compito di risollevare le sorti delle famiglie e dell'intero Paese. In tal senso, la prima e fondamentale operazione da compiere è scongiurare l'aumento dell'Iva da luglio che peserà sulle tasche delle famiglie per 207 euro negli ultimi 6 mesi del 2013 (pari, in termini annui, ad aggravi di +414 euro)».
Secondo le rilevazioni dell'Osservatorio nazionale Federconsumatori, l'aumento dell'Iva in programma dal primo luglio peserà per 207 euro, la Tares per 51 euro e le addizionali territoriali per 163 euro. In totale, dunque, le famiglie dovranno sborsare in media 421 euro in più. «Tutto ciò - commentano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti - non fa che accrescere la nostra forte preoccupazione circa la situazione delle famiglie, costrette a molte rinunce per mantenere una condizione economica dignitosa, a volte appena al di sopra della soglia di povertà».
Per questo, secondo i consumatori, «è ormai improrogabile una decisa azione di Governo (che ci auguriamo venga nominato al più presto), a cui spetterà il grave compito di risollevare le sorti delle famiglie e dell'intero Paese. In tal senso, la prima e fondamentale operazione da compiere è scongiurare l'aumento dell'Iva da luglio che peserà sulle tasche delle famiglie per 207 euro negli ultimi 6 mesi del 2013 (pari, in termini annui, ad aggravi di +414 euro)».
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venerdì 15 marzo 2013
FINE MANDATO, ADDIO IMMUNITÀ: ARRESTATI COSENTINO, DE GREGORIO E TEDESCO
Scaduto il mandato parlamentare, è stato posto agli arresti domiciliari l'ex senatore Alberto Tedesco
(gruppo Misto, ex Pd) per associazione per delinquere, concussione,
corruzione, falso e turbativa d'asta. I carabinieri hanno eseguito due
misure cautelari a carico dell'ex assessore alla sanità pugliese.
Nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta mala gestione della sanità pubblica pugliese, la Procura di Bari aveva chiesto per la prima volta al Senato l'autorizzazione a procedere all'arresto del senatore Alberto Tedesco (all'epoca dei fatti contestati assessore pugliese alla Salute) il 23 febbraio 2011, ma l'istanza fu rigettata da Palazzo Madama il 20 luglio 2011. In quell'ordinanza cautelare si contestavano a Tedesco i reati di concussione, corruzione, turbativa d'asta e falso.
Quando, l'8 agosto 2011, il Tribunale del Riesame di Bari accolse l'appello dei pm riconoscendo a carico del senatore anche il reato di associazione per delinquere (non contestato nella prima ordinanza) e la Cassazione confermò la misura cautelare, gli atti furono inviati nuovamente al Senato con una nuova richiesta di arresto. Nel febbraio 2012 arrivò il secondo 'no' all'arresto del senatore. L'esecuzione delle due ordinanze è rimasta sospesa fino ad oggi, quando è scaduto il mandato parlamentare di Tedesco.
SI COSTITUISCE ANCHE COSENTINO Il deputato uscente del Pdl Nicola Cosentino si è appena costituito a Napoli, nel carcere di Secondigliano. A suo carico c'erano due ordinanze di custodia cautelare in carcere. L'ormai ex parlamentare, accompagnato dai suoi legali Agostino De Caro e Stefano Montone, è in attesa, all'interno della struttura carceraria, che gli vengano notificate le due ordinanze di custodia cautelare emesse nei suoi confronti negli ultimi anni, l'una per concorso esterno in associazione camorristica, l'altra per corruzione e reimpiego illecito di capitali, aggravati dall'aver agito per agevolare il clan dei casalesi. A notificargli le due misure saranno rispettivamente i carabinieri di Caserta, delegati dal pm Alesdsandro Milita, e gli uomini della Dia, delegati dal pm Antonello Ardituro.
Questo pomeriggio sarà fissata la data dell'interrogatorio di garanzia al quale Nicola Cosentino dovrà essere sottoposto nell'ambito dell'inchiesta «Il Principe e la scheda ballerina», dove è accusato di corruzione e reimpiego illecito di capitali aggravati: si sarebbe speso per la realizzazione di un centro commerciale nel Casertano in cui secondo l'accusa il clan dei Casalesi voleva investire proventi illeciti. Cosentino dovrà rispondere alle domande del gip Egle Pilla, che emise l'ordinanza di custodia. Per il prossimo 27 marzo è fissata l'udienza di questo processo. Il 18 Cosentino potrebbe essere in aula per l'udienza del primo processo in corso a S. Maria Capua Vetere, nel quale è accusato di concorso esterno in associazione camorristica.
DE GREGORIO AI DOMICILIARI La Gdf ha notificato all'ormai ex senatore del Pdl Sergio De Gregorio, nella sua abitazione romana, un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. De Gregorio è accusato di corruzione nella vicenda della presunta compravendita di senatori per far cadere il governo Prodi.
Nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta mala gestione della sanità pubblica pugliese, la Procura di Bari aveva chiesto per la prima volta al Senato l'autorizzazione a procedere all'arresto del senatore Alberto Tedesco (all'epoca dei fatti contestati assessore pugliese alla Salute) il 23 febbraio 2011, ma l'istanza fu rigettata da Palazzo Madama il 20 luglio 2011. In quell'ordinanza cautelare si contestavano a Tedesco i reati di concussione, corruzione, turbativa d'asta e falso.
Quando, l'8 agosto 2011, il Tribunale del Riesame di Bari accolse l'appello dei pm riconoscendo a carico del senatore anche il reato di associazione per delinquere (non contestato nella prima ordinanza) e la Cassazione confermò la misura cautelare, gli atti furono inviati nuovamente al Senato con una nuova richiesta di arresto. Nel febbraio 2012 arrivò il secondo 'no' all'arresto del senatore. L'esecuzione delle due ordinanze è rimasta sospesa fino ad oggi, quando è scaduto il mandato parlamentare di Tedesco.
SI COSTITUISCE ANCHE COSENTINO Il deputato uscente del Pdl Nicola Cosentino si è appena costituito a Napoli, nel carcere di Secondigliano. A suo carico c'erano due ordinanze di custodia cautelare in carcere. L'ormai ex parlamentare, accompagnato dai suoi legali Agostino De Caro e Stefano Montone, è in attesa, all'interno della struttura carceraria, che gli vengano notificate le due ordinanze di custodia cautelare emesse nei suoi confronti negli ultimi anni, l'una per concorso esterno in associazione camorristica, l'altra per corruzione e reimpiego illecito di capitali, aggravati dall'aver agito per agevolare il clan dei casalesi. A notificargli le due misure saranno rispettivamente i carabinieri di Caserta, delegati dal pm Alesdsandro Milita, e gli uomini della Dia, delegati dal pm Antonello Ardituro.
Questo pomeriggio sarà fissata la data dell'interrogatorio di garanzia al quale Nicola Cosentino dovrà essere sottoposto nell'ambito dell'inchiesta «Il Principe e la scheda ballerina», dove è accusato di corruzione e reimpiego illecito di capitali aggravati: si sarebbe speso per la realizzazione di un centro commerciale nel Casertano in cui secondo l'accusa il clan dei Casalesi voleva investire proventi illeciti. Cosentino dovrà rispondere alle domande del gip Egle Pilla, che emise l'ordinanza di custodia. Per il prossimo 27 marzo è fissata l'udienza di questo processo. Il 18 Cosentino potrebbe essere in aula per l'udienza del primo processo in corso a S. Maria Capua Vetere, nel quale è accusato di concorso esterno in associazione camorristica.
DE GREGORIO AI DOMICILIARI La Gdf ha notificato all'ormai ex senatore del Pdl Sergio De Gregorio, nella sua abitazione romana, un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. De Gregorio è accusato di corruzione nella vicenda della presunta compravendita di senatori per far cadere il governo Prodi.
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ARTIGIANO SUICIDA PER LA CRISI. "LE SUE GIORNATE AL BAR SPERANDO DI LAVORARE"
Ennesimo suicidio nel Nord-Est. Antonio Brunoro,
artigiano di 61 anni del trevigiano, si è tolto la vita due giorni fa e
questa mattina nella sua auto hanno recuperato il suo corpo. Da quando
il lavoro aveva cominciato a scarseggiare per colpa della crisi, circa
un anno fa, Antonio aveva iniziato a frequentare quotidianamente i bar
vicino a casa. «Giocava a carte con i pensionati, scherzava con alcuni
amici, sfogliava le riviste di annunci di lavoro alla ricerca di un
impiego, faceva telefonate, giocava la schedina», ricordano gli amici.
Una persona riservata e serena, almeno fino a quando il problema del
lavoro non ha minato la sua vita. Non aveva una famiglia e la sua
attività di imprenditore era tutto.
MANGILI, SENATRICE DEL M5S, SI DIMETTE. IL MARITO SU FB: "STOP AI VELENI"
Nel giorno dell'insediamento delle Camere uno dei grillini si tira indietro. La parlamentare eletta in questione è Giovanna Mangili,
senatrice del movimento 5 stelle, la quale ha comunicato ieri la
volontà dimettersi da senatrice «per motivi personali». Lo ha annunciato
in aula a Palazzo Madama il presidente provvisorio dell'assemblea,
senatore a vita Emilio Colombo.
Se l'Aula del Senato dovesse accogliere le dimissioni di Giovanna Mangili, a subentrare sarà la 45enne Tiziana Pittau. È lei infatti l'ottava in lista e prima dei non eletti per il MoVimento 5 Stelle in Lombardia, regione nella quale era stata eletta Mangili. Mangili, dimissionaria dalla carica di senatrice il primo giorno per motivi personali, dovrebbe comunque restare nel M5S, secondo quanto si apprende.
IL MARITO: "DIMISSIONI PER RISPONDERE ALLE ACCUSE" «Alle accuse di inciuci, presunte impossibili ridicole cordate e parentopoli brianzole abbiamo deciso di rispondere con un gesto forte e chiaro: le dimissioni da senatrice di mia moglie Giovanna Mangili». È Walter Mio, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle a Cesano Maderno (Monza) e marito di Giovanna Mangili, che oggi si è dimessa dal Senato dopo essere entrata a Palazzo Madama come capolista in Lombardia, a fornire la spiegazione sul passo indietro della moglie, come lui attivista del M5S.
A quanto si apprende alla base della decisione ci sarebbe una polemica interna tra gli esponenti lombardi della forza politica che ha fatto il suo esordio in Parlamento. In occasione delle Parlamentarie, le primarie web convocate dal M5s per eleggere i candidati alle elezioni politiche, Mangili aveva ottenuto 231 voti, guadagnandosi il posto da capolista al Senato in Lombardia, seguita dall'attuale capogruppo a Palazzo Madama Vito Crimi. E alcuni attivisti avevano parlato di 'cordate' per farla eleggere, dirottando su di lei i voti degli elettori di Monza-Brianza nonostante Mangili fosse militante del movimento solo dall'ottobre 2012.
Polemiche che quindi avrebbero portato Mangili a rassegnare le dimissioni da Palazzo Madama, «per ridare dignità ad una persona che ha sopportato in silenzio attacchi e per non danneggiare un Movimento che ha sempre sostenuto e che sempre sosterrà». «Un modo deciso ed inequivocabile ha concluso il marito sulla sua pagina facebook,per dimostrare a quanti hanno sparso veleno sul desiderio di facili poltrone familiari».
Se l'Aula del Senato dovesse accogliere le dimissioni di Giovanna Mangili, a subentrare sarà la 45enne Tiziana Pittau. È lei infatti l'ottava in lista e prima dei non eletti per il MoVimento 5 Stelle in Lombardia, regione nella quale era stata eletta Mangili. Mangili, dimissionaria dalla carica di senatrice il primo giorno per motivi personali, dovrebbe comunque restare nel M5S, secondo quanto si apprende.
IL MARITO: "DIMISSIONI PER RISPONDERE ALLE ACCUSE" «Alle accuse di inciuci, presunte impossibili ridicole cordate e parentopoli brianzole abbiamo deciso di rispondere con un gesto forte e chiaro: le dimissioni da senatrice di mia moglie Giovanna Mangili». È Walter Mio, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle a Cesano Maderno (Monza) e marito di Giovanna Mangili, che oggi si è dimessa dal Senato dopo essere entrata a Palazzo Madama come capolista in Lombardia, a fornire la spiegazione sul passo indietro della moglie, come lui attivista del M5S.
A quanto si apprende alla base della decisione ci sarebbe una polemica interna tra gli esponenti lombardi della forza politica che ha fatto il suo esordio in Parlamento. In occasione delle Parlamentarie, le primarie web convocate dal M5s per eleggere i candidati alle elezioni politiche, Mangili aveva ottenuto 231 voti, guadagnandosi il posto da capolista al Senato in Lombardia, seguita dall'attuale capogruppo a Palazzo Madama Vito Crimi. E alcuni attivisti avevano parlato di 'cordate' per farla eleggere, dirottando su di lei i voti degli elettori di Monza-Brianza nonostante Mangili fosse militante del movimento solo dall'ottobre 2012.
Polemiche che quindi avrebbero portato Mangili a rassegnare le dimissioni da Palazzo Madama, «per ridare dignità ad una persona che ha sopportato in silenzio attacchi e per non danneggiare un Movimento che ha sempre sostenuto e che sempre sosterrà». «Un modo deciso ed inequivocabile ha concluso il marito sulla sua pagina facebook,per dimostrare a quanti hanno sparso veleno sul desiderio di facili poltrone familiari».
LEGA, BOSSI ATTACCA MARONI: "DOVEVA DIMETTERSI. ORA HA IL C...O PIÙ LARGO..."
«Sono sei mesi che Maroni dice che si dimette, poi deve essersi accorto di avere il culo più largo...». Lo dice Umberto Bossi in merito al doppio incarico di Roberto Maroni come governatore della Lombardia e segretario della Lega.
L'ex ministro dell'Interno era solito dire 'un culo una poltrona',
lasciando intendere di non poter fare il presidente della regione e
nello stesso tempo il segretario del partito. «La Lega -aggiunge- è in
subbuglio perchè è abituata ad avere segretari che mantengono la parola,
bisogna mantenere la parola».
CAMERE, VERSO L'ACCORDO TRA PD E MONTI. I GRILLINI: "VOTO LENTO, SPRECATI 420.000 €"
Pier Luigi Bersani ha provato a tenere aperto fino all'ultimo il
tentativo di un coinvolgimento del Movimento 5 Stelle nella partita
delle presidenze di Camera e Senato. Uno schema traballante già da
giorni e che con il passare delle ore, dicono fonti parlamentari del Pd,
si conferma sempre più irrealizzabile. «Lo schema originario di Bersani
è ormai acquisito che è fallito», sostiene più di un parlamentare
democratico.
E ora? Il nuovo schema possibile è quello di un'intesa con la coalizione montiana. Un'opzione su cui, in particolare, l'area franceschiniana premeva da giorni. Dario Franceschini già alla Direzione del Pd aveva sollecitato l'avvio di un dialogo con i montiani.
Con il tramonto dello schema Pd-M5S, la carta Monti torna alla ribalta. I contatti sono in corso e non si esclude anche un contatto diretto tra Bersani e il Professore che, dicono fonti sia alla Camera che al Senato, sarebbe fortemente interessato alla presidenza di palazzo Madama. Un'intesa di questo tipo 'salverebbe' l'ispirazione della corresponsabilità istituzionale perseguita da Bersani: Monti al Senato e Franceschini alla Camera.
Ma c'è un problema che al momento non è stato superato: Monti, anche nei contatti avuti questa mattina, continua a chiedere che venga tenuto dentro anche il Pdl. Un coinvolgimento che per il Pd non è possibile accettare. «Mai e poi mai con il Pdl -dicono fonti dem- piuttosto facciamo saltare tutto». Se dovesse fallire anche l'intesa con i montiani, dicono le stesse fonti, allora vorrebbe dire che «facciamo da soli». Con il rischio che magari sullo scranno più alto del Senato vada un pidiellino.
CAMERA, INUTILE ANCHE IL SECONDO VOTO A scrutinio ancora in corso è ormai certo che la Camera non riuscirà ad eleggere il suo presidente nemmeno nella seconda votazione. Le schede bianche hanno infatti raggiunto quota 210, dunque nessun candidato potrà raggiungere i 420 voti necessari per l'elezione.
I GRILLINI: "UNO SPRECO" «È uno spreco di denaro pubblico perchè, con un metodo normale, una votazione del genere si potrebbe effettuare in mezz'ora». Il M5S critica la lentezza delle operazioni di voto alla Camera per l'elezione del presidente. «Con un metodo normale» i deputati «potrebbero adoperarsi per cose più utili per il Paese» - spiega Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera - «Abbiamo calcolato che si sprecano 420mila euro».
«Non è che siamo il genio della lampada e ci abbiamo pensato soltanto noi. Si poteva cambiare metodo» nelle precedenti votazioni, aggiunge. «Secondo un calcolo basato sullo stipendio mensile dei deputati moltiplicato per 630 e diviso per 30 giorni, costa agli italiani 420 mila euro - conclude Lombardi - Non si può perdere cos una giornata e mezza di lavoro - dice Lombardi - per l'elezione del presidente della Camera, mentre il Paese ha fretta di uscire dal baratro».
AL VIA LA LEGISLATURA E' iniziata con l'augurio del presidente provvisorio Antonio Leone al nuovo Papa Francesco la XVII Legislatura della Repubblica Italiana. Alle parole di Leone di saluto a Bergoglio e al Presidente della Repubblica Napolitano, che dovrà «affrontare questo difficile momento per il nostro Paese e lo farà con la massima saggezza», l'aula di Montecitorio ha applaudito sonoramente.
Leone comincia «rivolgendo un fervido e caloroso augurio al nuovo Pontefice che ha scelto significativamente il nome del Santo Patrono d'Italia, emblema universale della mitezza e della pace, Papa Francesco. La sua elezione - rileva - rappresenta sia per i credenti sia per i non credenti, in particolare nel nostro Paese, un momento di intensa emozione e di grandi aspettative. Il suo alto profilo spirituale, la sua profonda cultura religiosa, la sua costante e vivida testimonianza a favore dei più umili segneranno in modo peculiare e profondo l'altissima missione pastorale cui è chiamato, in un momento di grandi cambiamenti per la Chiesa», conclude.
E ora? Il nuovo schema possibile è quello di un'intesa con la coalizione montiana. Un'opzione su cui, in particolare, l'area franceschiniana premeva da giorni. Dario Franceschini già alla Direzione del Pd aveva sollecitato l'avvio di un dialogo con i montiani.
Con il tramonto dello schema Pd-M5S, la carta Monti torna alla ribalta. I contatti sono in corso e non si esclude anche un contatto diretto tra Bersani e il Professore che, dicono fonti sia alla Camera che al Senato, sarebbe fortemente interessato alla presidenza di palazzo Madama. Un'intesa di questo tipo 'salverebbe' l'ispirazione della corresponsabilità istituzionale perseguita da Bersani: Monti al Senato e Franceschini alla Camera.
Ma c'è un problema che al momento non è stato superato: Monti, anche nei contatti avuti questa mattina, continua a chiedere che venga tenuto dentro anche il Pdl. Un coinvolgimento che per il Pd non è possibile accettare. «Mai e poi mai con il Pdl -dicono fonti dem- piuttosto facciamo saltare tutto». Se dovesse fallire anche l'intesa con i montiani, dicono le stesse fonti, allora vorrebbe dire che «facciamo da soli». Con il rischio che magari sullo scranno più alto del Senato vada un pidiellino.
CAMERA, INUTILE ANCHE IL SECONDO VOTO A scrutinio ancora in corso è ormai certo che la Camera non riuscirà ad eleggere il suo presidente nemmeno nella seconda votazione. Le schede bianche hanno infatti raggiunto quota 210, dunque nessun candidato potrà raggiungere i 420 voti necessari per l'elezione.
I GRILLINI: "UNO SPRECO" «È uno spreco di denaro pubblico perchè, con un metodo normale, una votazione del genere si potrebbe effettuare in mezz'ora». Il M5S critica la lentezza delle operazioni di voto alla Camera per l'elezione del presidente. «Con un metodo normale» i deputati «potrebbero adoperarsi per cose più utili per il Paese» - spiega Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera - «Abbiamo calcolato che si sprecano 420mila euro».
«Non è che siamo il genio della lampada e ci abbiamo pensato soltanto noi. Si poteva cambiare metodo» nelle precedenti votazioni, aggiunge. «Secondo un calcolo basato sullo stipendio mensile dei deputati moltiplicato per 630 e diviso per 30 giorni, costa agli italiani 420 mila euro - conclude Lombardi - Non si può perdere cos una giornata e mezza di lavoro - dice Lombardi - per l'elezione del presidente della Camera, mentre il Paese ha fretta di uscire dal baratro».
AL VIA LA LEGISLATURA E' iniziata con l'augurio del presidente provvisorio Antonio Leone al nuovo Papa Francesco la XVII Legislatura della Repubblica Italiana. Alle parole di Leone di saluto a Bergoglio e al Presidente della Repubblica Napolitano, che dovrà «affrontare questo difficile momento per il nostro Paese e lo farà con la massima saggezza», l'aula di Montecitorio ha applaudito sonoramente.
Leone comincia «rivolgendo un fervido e caloroso augurio al nuovo Pontefice che ha scelto significativamente il nome del Santo Patrono d'Italia, emblema universale della mitezza e della pace, Papa Francesco. La sua elezione - rileva - rappresenta sia per i credenti sia per i non credenti, in particolare nel nostro Paese, un momento di intensa emozione e di grandi aspettative. Il suo alto profilo spirituale, la sua profonda cultura religiosa, la sua costante e vivida testimonianza a favore dei più umili segneranno in modo peculiare e profondo l'altissima missione pastorale cui è chiamato, in un momento di grandi cambiamenti per la Chiesa», conclude.
RUBY, LA CRONISTA MEDIASET: "BONIFICI DA BERLUSCONI PER 800.000 EURO"
Cifre da capogiro sul conto di Silvia Trevaini,
giornalista di Mediaset. In due anni ha intascato bonifici da 810.000
euro, una macchina Audi e attualmente 2.500 euro al mese da oltre un
anno. Una somma che ha ricevuto e riceve tutt'ora da Silvio Berlusconi.
Lo ha spiegato la stessa giovane cronista, che dall'azienda riceve uno
stipendio «di 2.500-3.000 al mese», testimoniando al processo sul caso Ruby
a carico di Fede, Mora e Minetti. Al pm che le ha chiesto a che titolo
riceva «l'extra stipendio», lei ha spiegato che la sua carriera è stata
penalizzata.
Il primo e ormai 'classico' bonifico da 2.500 al mese da parte di Silvio Berlusconi per le ragazze delle serate di Arcore, Silvia Trevaini se lo è trovato sul conto nel febbraio 2012, senza «che me lo aspettassi». Lo ha raccontato la giovane giornalista di Mediaset testimoniando al processo sul caso Ruby a carico di Fede, Mora e Minetti. Quell'assegno mensile, secondo la ragazza, è una sorta di risarcimento. La giovane ha chiarito che anche suo padre ha avuto dopo l'inchiesta «molti controlli fiscali».
LA MODELLA RUSSA: "SILVIO MI DISSE: SIAMO INTERCETTATI" «Silvio mi ha detto 'siamo intercettati, non dire soldi dì benzina». È il particolare raccontato, testimoniando nel processo cosiddetto 'Ruby 2' dalla modella russa Raissa Skorkina, una delle ragazze che avrebbero preso parte alle serate di Arcore. Il pm, infatti, le aveva contestato una telefonata tra lei e il ragioniere Spinelli in cui la giovane parlava di «benzina». Al pm Sangermano la testimone a un certo punto dell'esame ha detto: «ma lei vede sempre il maligno?».
Quando la modella russa Raissa Skorkina ha conosciuto Silvio Berlusconi lei lavorava con Briatore, «ma Silvio mi ha detto 'smetti di lavorare, non ti devi mettere in mostra, io sarò il tuo angioletto». «Certo che mi arriva un bonifico da Berlusconi - ha aggiunto la ragazza - è di 3.000 euro al mese, da quando è cominciato il processo». E poi ha precisato: «lo ricevo dal settembre 2012».
YESPICA, FOTO CON RUBY NELLA SALA DEL BUNGA BUNGA Ha testimoniato anche la show-girl Aida Yespica oggi al processo sul caso Ruby a carico di Fede, Mora e Minetti. L'ex 'stella del Bagaglino', tra le altre cose, ha raccontato che in una serata ad Arcore dell'aprile 2010 «ho fatto una foto con Ruby nella sala che voi chiamate del Bunga bunga». E ha aggiunto: «me l'ha chiesto lei di fare una foto insieme». L'attrice davanti ai giudici ha descritto come normali e «senza spogliarelli» le cene di Arcore da Berlusconi.
Il primo e ormai 'classico' bonifico da 2.500 al mese da parte di Silvio Berlusconi per le ragazze delle serate di Arcore, Silvia Trevaini se lo è trovato sul conto nel febbraio 2012, senza «che me lo aspettassi». Lo ha raccontato la giovane giornalista di Mediaset testimoniando al processo sul caso Ruby a carico di Fede, Mora e Minetti. Quell'assegno mensile, secondo la ragazza, è una sorta di risarcimento. La giovane ha chiarito che anche suo padre ha avuto dopo l'inchiesta «molti controlli fiscali».
LA MODELLA RUSSA: "SILVIO MI DISSE: SIAMO INTERCETTATI" «Silvio mi ha detto 'siamo intercettati, non dire soldi dì benzina». È il particolare raccontato, testimoniando nel processo cosiddetto 'Ruby 2' dalla modella russa Raissa Skorkina, una delle ragazze che avrebbero preso parte alle serate di Arcore. Il pm, infatti, le aveva contestato una telefonata tra lei e il ragioniere Spinelli in cui la giovane parlava di «benzina». Al pm Sangermano la testimone a un certo punto dell'esame ha detto: «ma lei vede sempre il maligno?».
Quando la modella russa Raissa Skorkina ha conosciuto Silvio Berlusconi lei lavorava con Briatore, «ma Silvio mi ha detto 'smetti di lavorare, non ti devi mettere in mostra, io sarò il tuo angioletto». «Certo che mi arriva un bonifico da Berlusconi - ha aggiunto la ragazza - è di 3.000 euro al mese, da quando è cominciato il processo». E poi ha precisato: «lo ricevo dal settembre 2012».
YESPICA, FOTO CON RUBY NELLA SALA DEL BUNGA BUNGA Ha testimoniato anche la show-girl Aida Yespica oggi al processo sul caso Ruby a carico di Fede, Mora e Minetti. L'ex 'stella del Bagaglino', tra le altre cose, ha raccontato che in una serata ad Arcore dell'aprile 2010 «ho fatto una foto con Ruby nella sala che voi chiamate del Bunga bunga». E ha aggiunto: «me l'ha chiesto lei di fare una foto insieme». L'attrice davanti ai giudici ha descritto come normali e «senza spogliarelli» le cene di Arcore da Berlusconi.
DA ANNARELLA ALLA BIANCOFIORE: IL PRIMO GIORNO DEI GRILLINI IN PARLAMENTO -
Il primo giorno del nuovo Parlamento, l'ingresso dei Grillini e le attese dei cittadini. Dallo show di Annarella alla berlusconiana doc Micaela Biancofiore
(che si lascia andare ancora ad un «sul passaporto di Ruby c'era
scritto Mubarak, lo ha detto suo marito»), passando per le facce già
viste e quelle che ancora nessuno conosce, tutto nel nostro filmato
esclusivo.
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BELEN RODRIGUEZ TORNA A ITALIA'S: NESSUNO "SCONTRO" CON EMMA
Nell'ultima puntata di "Italia's got talent", Belen Rodriguez, impegnata in clinica per degli accertamenti, era stata sostituito da Simone Annicchiarico
con un cartonato. In questa settimana poi si era sparsa la voce che la
showgirl avrebbe saltato la finale del talent, venendo sostituita da Emma Marrone (ex
del suo attuale fidanzato Stefano De Martino), che avrebbe sfruttato
l'occasione per presentare il suo nuovo lavoro. Solo voci però dato che
Belen ha già assicurato che sarà presente in trasmissione e durante la
puntata noo ci sarà nessuno "scontro" con Emma.
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SUO FIGLIO FA COMING OUT: IL DEPUTATO REPUBBLICANO DICE SÌ A NOZZE GAY
A due anni di distanza dal coming out del figlio, il senatore repubblicano Rob Portaman ha
deciso di sostenere i matrimoni gay. «Mi sono convinto che se due
persone sono pronte ad impegnarsi per tutta la vita ad amarsi e
prendersi cura uno dell'altro nella buona e nella cattiva sorte, il
governo non dovrebbe negare loro l'opportunità di sposarsi», ha detto il
repubblicano il cui nome era circolato come un possibile running mate
di Mitt Romney per le presidenziali
dello scorso novembre. In un articolo pubblicato oggi sul «Columbus
Dispatch» il senatore sottolinea come questa non sia sempre stata la sua
posizione: «prima come deputato ed ora come senatore mi sono opposto ai
matrimoni gay, poi è successo qualcosa che mi ha portato a riflettere
su questa posizione». Lo stesso Portman ha raccontato al Cleveland
Plain-Dealer che suo figlio Will, che
ora ha 21 anni a studia a Yale, due anni fa ha detto ai suoi genitori di
essere gay. «Questo mi ha permesso di pensare alla questione da una
nuova prospettiva, ed è come padre che ama suo figlio moltissimo che
voglio che lui abbia le stesse opportunità che hanno suo fratello e sua
sorella», ha concluso.
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SARA ARZANELLO, STAR DEL VOLLEY, IN FIN DI VITA. "SERVE TRAPIANTO DI FEGATO"
Il mondo del volley trattiene il fiato per la campionessa del mondo 2002 Sara Arzanello.
La pallavolista è ricoverata a Milano da mercoledì per una forma ecuta
di epatite che richiede l'immediato trapianto di fegato. L'intervento
potrebbe essere stato effettuato nella notte, ma quello che più crea
sgomento è il rapido decorso della malattia, che è riconducibile alle 48
ore precedenti il ricovero.
Il malore è stato avvertito martedì, poi il ricovero a Baku, in Azerbaijan, dove la centrale originaria di Ponte di Piave gioca attualmente. Poi il trasferimento in Italia. La Arzanello era stata sottoposta di recente a controlli prima a Baku e poi a Istanbul. La decisione del trapianto è spettata ai medici italiani, che hanno visto aggravarsi improvvisamente le condizioni di Sara. I genitori, padre operaio e madre impiegata, si sono precipitati al capezzale della figlia e stanno vivendo ore d'angoscia.
Nata a San Donà di Piave (Ve) nel 1980, Sara Anzanello ha iniziato a tirare le prime schiacciate con la maglia del Volley Salgareda, storica società della pallavolo trevigiana. Ha assaggiato il professionismo con Latisana in A2. Ed è arrivata in Serie A1 nel 2001 con la maglia di Novara, che ha vestito per 8 stagioni vincendo una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, una Top Teams Cup e due Coppe Cev. Nel 2009 veste la maglia di Villa Cortese, di cui diventa il capitano nella stagione successiva, vincendo due Coppe Italia e disputando altrettante finali scudetto. Proprio nel 2011 si trasferisce all'Azerrail Baku, con cui sfiora per due volte la final four di Champions League. In azzurro dal 1998, vince i Mondiali nel 2002, la World Cup nel 2007 e nel 2011 e la medaglia d'argento agli Europei del 2005, per 272 presenze totali.
Il malore è stato avvertito martedì, poi il ricovero a Baku, in Azerbaijan, dove la centrale originaria di Ponte di Piave gioca attualmente. Poi il trasferimento in Italia. La Arzanello era stata sottoposta di recente a controlli prima a Baku e poi a Istanbul. La decisione del trapianto è spettata ai medici italiani, che hanno visto aggravarsi improvvisamente le condizioni di Sara. I genitori, padre operaio e madre impiegata, si sono precipitati al capezzale della figlia e stanno vivendo ore d'angoscia.
Nata a San Donà di Piave (Ve) nel 1980, Sara Anzanello ha iniziato a tirare le prime schiacciate con la maglia del Volley Salgareda, storica società della pallavolo trevigiana. Ha assaggiato il professionismo con Latisana in A2. Ed è arrivata in Serie A1 nel 2001 con la maglia di Novara, che ha vestito per 8 stagioni vincendo una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, una Top Teams Cup e due Coppe Cev. Nel 2009 veste la maglia di Villa Cortese, di cui diventa il capitano nella stagione successiva, vincendo due Coppe Italia e disputando altrettante finali scudetto. Proprio nel 2011 si trasferisce all'Azerrail Baku, con cui sfiora per due volte la final four di Champions League. In azzurro dal 1998, vince i Mondiali nel 2002, la World Cup nel 2007 e nel 2011 e la medaglia d'argento agli Europei del 2005, per 272 presenze totali.
martedì 12 marzo 2013
INCIDENTE A CAGLIARI, FAMIGLIA STRONCATA. MORTI MADRE, DUE GEMELLINI E UN CUGINO
Sono una donna di 45 anni, Sara Pisano, i suoi figlioletti gemelli di appena 5 mesi, Francesco e Emma Sala, e un cugino, Davide Prota,
39 anni, le vittime dello schianto avvenuto intorno alle 12.10 sulla
nuova statale 125 nel comune di Castiadas, a una ventina di chilometri
da Cagliari.
Nell'incidente sono rimasti feriti in modo lieve l'autista e il passeggero del furgoncino Iveco scontratosi con la Polo su cui viaggiavano le vittime. Al momento dello scontro diluviava: l'asfalto viscido e la scarsa visibilità potrebbero essere stati la causa dell'impatto tra i due mezzi.
Per gli occupanti della Polo non c'è stato scampo: Sara, 45 anni di Sassari, i gemellini e il cugino Davide, 39 anni originario di Alghero e residente a Sassari, sono morti praticamente sul colpo. Solo uno dei neonati era ancora vivo quando sono arrivati i soccorritori, ma le speranze di salvarlo sono durate pochissimi minuti, il piccolo è spirato tra le braccia dei medici del 118.
Ferite lievi, invece, per autista e passeggero del furgoncino della ditta Ianas Trasporti: i due, padre di 56 anni e figlio di 20, stavano rientrando dal lavoro in direzione Cagliari. Uno è stato ricoverato all'ospedale Brotzu, l'altro al Marino. La Polstrada ha confermato che al momento dello schianto pioveva moltissimo: la strada era invasa dall'acqua e la visibilità ridotta al minimo. Un mix micidiale che avrebbe provocato lo scontro quasi frontale tra i due mezzi.
La statale è stata chiusa dall'Anas in entrambi i sensi di marcia dal chilometro 22 all'altezza del bivio di Solanas e il traffico deviato sulla litoranea che collega Cagliari a Villasimius. Sul posto stanno ancora lavorando i vigili del fuoco per rimuovere i rottami della Polo, disintegrata nello schianto, e il furgoncino danneggiato.
VIVEVANO A MILANO È in arrivo da Milano il marito della donna e padre dei due gemellini di appena 5 mesi, vittime del tragico incidente stradale. Appena appresa la notizia della tragedia, l'uomo ha preso il primo aereo in partenza da Milano per raggiungere Cagliari.
Secondo quanto si è appreso, la coppia vive a Milano e proprio dal capoluogo lombardo la donna, imprenditrice sassarese di 45 anni, e i suoi due figli erano giunti questa mattina. Ad attenderli il cugino Davide Prota, consulente aziendale di 39 anni che vive a Sassari. Probabilmente si stavano recando in una casa al mare sulla costa sud orientale della Sardegna. L'auto, infatti, era carica di valige e all'interno è stato trovato un tagliando del parcheggio a pagamento dell'aeroporto di Cagliari-Elmas.
SGOMENTO A SASSARI Sgomento a Sassari per la notizia della morte di Davide Prota, consulente aziendale di 39 anni molto conosciuto in città, e della cugina, l'imprenditrice Sara Pisano, 45 anni - da qualche tempo trasferitasi col marito a Milano - che ha perso la vita insieme ai suoi due gemellini di 5 mesi nel tragico incidente stradale di questa mattina sulla nuova «Orientale sarda», nel Comune di Castiadas, in provincia di Cagliari.
Prota viveva da un anno in affitto proprio nella casa della cugina Sara, in via Nizza, trasferitasi a Milano per lavoro. Non distante, in via Mossa, vive la madre di Prota, rimasta vedova dopo la morte del marito, un professore universitario. In queste ore è un via vai di familiari e amici davanti alla casa. Sgomento e lacrime di disperazione anche perchè, un cugino della vittima, che portava lo stesso nome, Davide Carlo Prota, otto anni fa morì in un incidente stradale ad Alghero, travolto con la sua moto da un'auto.
Il consulente era conosciuto e stimato da tutti. I vicini di casa lo ricordano come un bravo ragazzo, uno sportivo, appassionato di basket e grande tifoso della Dinamo, la squadra rivelazione della serie A. Al momento della tragedia, stava accompagnando la cugina con i suoi gemelli, in una casa al mare a Villasimius, nel sud Sardegna, dopo essere andata a prenderla all'aeroporto di Cagliari-Elmas.
Nell'incidente sono rimasti feriti in modo lieve l'autista e il passeggero del furgoncino Iveco scontratosi con la Polo su cui viaggiavano le vittime. Al momento dello scontro diluviava: l'asfalto viscido e la scarsa visibilità potrebbero essere stati la causa dell'impatto tra i due mezzi.
Per gli occupanti della Polo non c'è stato scampo: Sara, 45 anni di Sassari, i gemellini e il cugino Davide, 39 anni originario di Alghero e residente a Sassari, sono morti praticamente sul colpo. Solo uno dei neonati era ancora vivo quando sono arrivati i soccorritori, ma le speranze di salvarlo sono durate pochissimi minuti, il piccolo è spirato tra le braccia dei medici del 118.
Ferite lievi, invece, per autista e passeggero del furgoncino della ditta Ianas Trasporti: i due, padre di 56 anni e figlio di 20, stavano rientrando dal lavoro in direzione Cagliari. Uno è stato ricoverato all'ospedale Brotzu, l'altro al Marino. La Polstrada ha confermato che al momento dello schianto pioveva moltissimo: la strada era invasa dall'acqua e la visibilità ridotta al minimo. Un mix micidiale che avrebbe provocato lo scontro quasi frontale tra i due mezzi.
La statale è stata chiusa dall'Anas in entrambi i sensi di marcia dal chilometro 22 all'altezza del bivio di Solanas e il traffico deviato sulla litoranea che collega Cagliari a Villasimius. Sul posto stanno ancora lavorando i vigili del fuoco per rimuovere i rottami della Polo, disintegrata nello schianto, e il furgoncino danneggiato.
VIVEVANO A MILANO È in arrivo da Milano il marito della donna e padre dei due gemellini di appena 5 mesi, vittime del tragico incidente stradale. Appena appresa la notizia della tragedia, l'uomo ha preso il primo aereo in partenza da Milano per raggiungere Cagliari.
Secondo quanto si è appreso, la coppia vive a Milano e proprio dal capoluogo lombardo la donna, imprenditrice sassarese di 45 anni, e i suoi due figli erano giunti questa mattina. Ad attenderli il cugino Davide Prota, consulente aziendale di 39 anni che vive a Sassari. Probabilmente si stavano recando in una casa al mare sulla costa sud orientale della Sardegna. L'auto, infatti, era carica di valige e all'interno è stato trovato un tagliando del parcheggio a pagamento dell'aeroporto di Cagliari-Elmas.
SGOMENTO A SASSARI Sgomento a Sassari per la notizia della morte di Davide Prota, consulente aziendale di 39 anni molto conosciuto in città, e della cugina, l'imprenditrice Sara Pisano, 45 anni - da qualche tempo trasferitasi col marito a Milano - che ha perso la vita insieme ai suoi due gemellini di 5 mesi nel tragico incidente stradale di questa mattina sulla nuova «Orientale sarda», nel Comune di Castiadas, in provincia di Cagliari.
Prota viveva da un anno in affitto proprio nella casa della cugina Sara, in via Nizza, trasferitasi a Milano per lavoro. Non distante, in via Mossa, vive la madre di Prota, rimasta vedova dopo la morte del marito, un professore universitario. In queste ore è un via vai di familiari e amici davanti alla casa. Sgomento e lacrime di disperazione anche perchè, un cugino della vittima, che portava lo stesso nome, Davide Carlo Prota, otto anni fa morì in un incidente stradale ad Alghero, travolto con la sua moto da un'auto.
Il consulente era conosciuto e stimato da tutti. I vicini di casa lo ricordano come un bravo ragazzo, uno sportivo, appassionato di basket e grande tifoso della Dinamo, la squadra rivelazione della serie A. Al momento della tragedia, stava accompagnando la cugina con i suoi gemelli, in una casa al mare a Villasimius, nel sud Sardegna, dopo essere andata a prenderla all'aeroporto di Cagliari-Elmas.
CLAUDIA UCCISA A ROMA. L'EX FIDANZATO SOTTO INCHIESTA DOPO 10 ANNI
Una scottante verità potrebbe arrivare dopo dieci anni sulla morte di Claudia Agostini, il cui corpo fu trovato in via della Lungara, a Roma nella zona di Trastevere, il 13 ottobre del 2003.
All'epoca dei fatti si parlò; di un pirata della strada o di un
suicidio ma, per gli inquirenti della Procura di Roma, si trattò di un omicidio. Riaperto il fascicolo di indagini e svolti nuovi accertamenti medico-legali. I pm capitolini sono pronti a chiedere il processo per Leonardo Ballatti, ex convivente della donna.
UN OMICIDIO PASSIONALE Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il sostituto Nicola Maiorano hanno infatti chiuso l'inchiesta, atto questo che di norma prelude ad una richiesta di rinvio a giudizio, con l'accusa di omicidio volontario. La donna, 41 anni, insegnante di inglese, sarebbe stata uccisa per motivi passionali, per una storia d'amore in crisi nonostante la Agostini e Ballatti avevano avviato i preparativi per il matrimonio. Inizialmente si ipotizzò che la donna fosse stata vittima di un incidente stradale, poi le indagini virarono su una ipotesi di suicidio ma in base ai nuovi accertamenti la Agostini morì per le ferite riportate dopo essere stata gettata dal compagno nella tromba delle scale dello stabile di Trastevere che poi spostò il corpo tra le auto in sosta nel tentativo di fuorviare gli investigatori.
Dopo quattro richieste di archiviazione, contro le quali il padre della vittima ha sempre fatto opposizione, il 16 novembre 2007 il gip Renato Laviola decise che il caso non poteva essere archiviato come suicidio: per lui si trattava di un omicidio e si doveva indagare più a fondo sulla vicenda.
UN OMICIDIO PASSIONALE Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il sostituto Nicola Maiorano hanno infatti chiuso l'inchiesta, atto questo che di norma prelude ad una richiesta di rinvio a giudizio, con l'accusa di omicidio volontario. La donna, 41 anni, insegnante di inglese, sarebbe stata uccisa per motivi passionali, per una storia d'amore in crisi nonostante la Agostini e Ballatti avevano avviato i preparativi per il matrimonio. Inizialmente si ipotizzò che la donna fosse stata vittima di un incidente stradale, poi le indagini virarono su una ipotesi di suicidio ma in base ai nuovi accertamenti la Agostini morì per le ferite riportate dopo essere stata gettata dal compagno nella tromba delle scale dello stabile di Trastevere che poi spostò il corpo tra le auto in sosta nel tentativo di fuorviare gli investigatori.
Dopo quattro richieste di archiviazione, contro le quali il padre della vittima ha sempre fatto opposizione, il 16 novembre 2007 il gip Renato Laviola decise che il caso non poteva essere archiviato come suicidio: per lui si trattava di un omicidio e si doveva indagare più a fondo sulla vicenda.
lunedì 11 marzo 2013
Niente mutua agli immigrati. La minaccia di alcuni paesi Ue
L’Unione Europea si può definire così sul piano monetario; lascia a desiderare sul piano monetario ed economico dove si gira a diverse velocità ma rischia di dimenticare la solidarietà. Così sembrano pensarla Germania, Austria, Olanda e Gran Bretagna, Paesi ricchi e «custodi» del rigore.
Come preannunciato dal ministero della Giustizia olandese, hanno appena concordato di inviare una lettera alla Commissione europea, e quella lettera è l'auspicio di una barriera: ogni Paese – questo in sintesi il contenuto - deve poter rifiutare l'assistenza sociale agli immigrati Ue che non abbiano mai lavorato prima entro i suoi confini, o deve anche avere il diritto di espellerli, se c'è qualche imbroglio nelle carte. Bersaglio non troppo nascosto: quei cittadini romeni e bulgari che dal 2014, finita la moratoria sui loro trasferimenti, potranno cercar lavoro altrove.
Già si parla di centinaia di migliaia di nuovi immigrati. Alla base di tutto vi è un concetto sottinteso: troppi abusano di servizi migliori in Paesi più benestanti del loro, troppi fanno i «turisti del welfare» solo per ottenere ciò che a casa non hanno. E ora la crisi economica — altro sottinteso — non permette più di far troppa beneficenza, di scialare.
Ma la barriera dovrebbe riguardare anche studenti, ricercatori, artisti, insomma tutti e di tutti i Paesi? E come si potrà mai discriminare fra un passaporto e l'altro? Per David Cameron, il premier britannico, l'«invasione» da Est è diventata quasi un'ossessione. E anche per chi governa a Berlino: la Germania attende fino a 180 mila nuovi immigrati. Magari il vero obiettivo di Cameron e colleghi è il solito, mitologico idraulico (Polish plumber), stavolta non polacco ma romeno. Ma destinatario del messaggio può essere anche l'elettore conservatore di Londra, o di Berlino.
Come preannunciato dal ministero della Giustizia olandese, hanno appena concordato di inviare una lettera alla Commissione europea, e quella lettera è l'auspicio di una barriera: ogni Paese – questo in sintesi il contenuto - deve poter rifiutare l'assistenza sociale agli immigrati Ue che non abbiano mai lavorato prima entro i suoi confini, o deve anche avere il diritto di espellerli, se c'è qualche imbroglio nelle carte. Bersaglio non troppo nascosto: quei cittadini romeni e bulgari che dal 2014, finita la moratoria sui loro trasferimenti, potranno cercar lavoro altrove.
Già si parla di centinaia di migliaia di nuovi immigrati. Alla base di tutto vi è un concetto sottinteso: troppi abusano di servizi migliori in Paesi più benestanti del loro, troppi fanno i «turisti del welfare» solo per ottenere ciò che a casa non hanno. E ora la crisi economica — altro sottinteso — non permette più di far troppa beneficenza, di scialare.
Ma la barriera dovrebbe riguardare anche studenti, ricercatori, artisti, insomma tutti e di tutti i Paesi? E come si potrà mai discriminare fra un passaporto e l'altro? Per David Cameron, il premier britannico, l'«invasione» da Est è diventata quasi un'ossessione. E anche per chi governa a Berlino: la Germania attende fino a 180 mila nuovi immigrati. Magari il vero obiettivo di Cameron e colleghi è il solito, mitologico idraulico (Polish plumber), stavolta non polacco ma romeno. Ma destinatario del messaggio può essere anche l'elettore conservatore di Londra, o di Berlino.
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Grillo sfida Bersani: "Il Pd rinunci a 48 milioni di euro"
Beppe grillo non molla e alza il tiro nei confronti del Pd,
sfidando Bersani a dire no ai rimborsi elettorali. "Per facilitare il
compito ho preparato il documento che Bersani pu firmare per
ufficializzare il rifiuto. Bersani, firma qui! Meno parole e pi
fatti", dice Grillo dal suo blog, avviando anche una campagna via
Twitter indirizzata al segretario Pd. "Il MoVimento 5 Stelle rinuncia ai
contributi pubblici, previsti dalle leggi in vigore, per le spese
sostenute dai partiti e dai movimenti politici e non richiedera' ne' i
rimborsi per le spese elettorali, ne' i contributi per l'attivita'
politica", ricorda Grillo. "Si tratta - spiega - di 42.782.512,50 di
euro che appartengono ai cittadini, anche in virtu' di un referendum. Il
M5S li rifiuta esattamente come per le elezioni amministrative. Le
spese per la campagna elettorale sono state integralmente sostenute
grazie ai contributi volontari raccolti e verranno comunque
rendicontate. Il MoVimento 5 Stelle, anche tramite i propri eletti,
svolgera' ogni azione diretta ad assicurare che i contributi ad esso
spettanti non vengano erogati ad altre forze politiche, ma trattenuti
all'Erario". "Il mio auspicio - dice ancora Grillo - e' che tutte le
forze politiche seguano il nostro esempio, in particolare - incalza - il
pdmenoelle al quale spetta la quota piu' rilevante: oltre 45 milioni di
euro (al pdl "solo" 38). Non e' necessaria una legge, e' sufficiente
che Bersani dichiari su carta intestata, come ha fatto il M5S, la
volonta' di rifiutare i rimborsi elettorali con una firma". In calce
l'invito a chi segue il blog grillino: "Invita su Twitter Bersani a
firmare il documento per rifiutare i rimborsi elettorali e lasciare
48.856.037,50 di euro nelle casse dello Stato".
BERSANI A GRILLO, FONDI PARTITI? DISCUTIAMO MA CON TRASPARENZA - Il Pd è pronto a discutere del tema del finanziamento ai partiti, a patto che si leghi alla questione trasparenza. "Ce l'abbiamo una proposta per superare un meccanismo attuale e mettere in campo un meccanismo che dia spazio a piccoli contributi poi vedremo se per via fiscale. Ma intendo che la discussuone si leghi alla trasparenza sui partiti, non è una banalità", ha detto il segretario del Pd incontrando i parlamentari. Questo perché "un partito che non ha democrazia interna può prendere il governo e trasferire la mancanza di democrazia dal partito al paese", ha avvertito. Poi "a Grillo non dico 'questa qua è la legge', ma discutiamone", ha aggiunto.
BERSANI: NON ACCETTO ANCHE IN PD IDEA DI 'CACCIA' AI DEPUTATI - Pier Luigi Bersani ha negato ogni tentazione di 'mercato delle vacche' nei confronti dei deputati dell'M5S, dopo le accuse di Matteo Renzi. "Non passi l'idea, tantomeno da qualcuno di casa nostra, che andiamo a cercarci dei deputati", ha detto il segretario del Pd al teatro Capranica. "Non accetto che vengano messe in giro cose di questo genere. A noi interessano posizioni politiche", ha assicurato.
BERSANI A GRILLO, FONDI PARTITI? DISCUTIAMO MA CON TRASPARENZA - Il Pd è pronto a discutere del tema del finanziamento ai partiti, a patto che si leghi alla questione trasparenza. "Ce l'abbiamo una proposta per superare un meccanismo attuale e mettere in campo un meccanismo che dia spazio a piccoli contributi poi vedremo se per via fiscale. Ma intendo che la discussuone si leghi alla trasparenza sui partiti, non è una banalità", ha detto il segretario del Pd incontrando i parlamentari. Questo perché "un partito che non ha democrazia interna può prendere il governo e trasferire la mancanza di democrazia dal partito al paese", ha avvertito. Poi "a Grillo non dico 'questa qua è la legge', ma discutiamone", ha aggiunto.
BERSANI: NON ACCETTO ANCHE IN PD IDEA DI 'CACCIA' AI DEPUTATI - Pier Luigi Bersani ha negato ogni tentazione di 'mercato delle vacche' nei confronti dei deputati dell'M5S, dopo le accuse di Matteo Renzi. "Non passi l'idea, tantomeno da qualcuno di casa nostra, che andiamo a cercarci dei deputati", ha detto il segretario del Pd al teatro Capranica. "Non accetto che vengano messe in giro cose di questo genere. A noi interessano posizioni politiche", ha assicurato.
BERLUSCONI IN OSPEDALE, AL SUO FIANCO MARINA, LA PASCALE E UNA DEPUTATA PDL
Le "infermierine" del Cavaliere, così sono state soprannominate da Dagospia Francesca Pascale, Mrina Berlusconi e la deputata Maria Rosaria Rossi. Loro sono le tre donne che in questi giorni si sono alternate giorno e notte nella stanza di Silvio Berlusconi al San Raffaele dove è ricoverato.
«Alla Pascale, come a ogni fidanzata napoletana che si rispetti, tocca la quota maggiore di presenza accanto a Silvio: si trattiene la notte e l'intera giornata, tranne un break dalle 12 alle 16 per rinfrescarsi a casa ad Arcore», queste le parole sul blog. Alla Rossi petta il turno la mattina, mentre nella serata la figlia.
«Alla Pascale, come a ogni fidanzata napoletana che si rispetti, tocca la quota maggiore di presenza accanto a Silvio: si trattiene la notte e l'intera giornata, tranne un break dalle 12 alle 16 per rinfrescarsi a casa ad Arcore», queste le parole sul blog. Alla Rossi petta il turno la mattina, mentre nella serata la figlia.
GERMANIA CHOC, PARTORISCE E UCCIDE CINQUE FIGLI. "RISCHIA SOLO 15 ANNI"
Per non contrariare il marito, nell'arco di sei anni ha partorito e assassinato cinque dei suoi figli. Alla sbarra per questo da oggi a Flensburg, in Germania,
c'è una donna di 29 anni, che tra le lacrime, ha ammesso di fronte ai
giudici i crimini di cui è accusata e rischia ora fino a 15 anni.
Secondo la ricostruzione della procura locale, tra il 2006 e il 2012 la
giovane, originaria della cittadina di Husum, in Schleswig-Holstein, ha
ucciso tre dei piccoli appena partoriti soffocandoli, uno dei quali
riempendogli la bocca di carta, e gli altri due a colpi di forbice.
Durante il primo giorno di processo la donna - madre di altri due
bambini, la più grande dei quali ha 11 anni - non ha saputo fornire
spiegazioni per il suo gesto: «Da quando sono in prigione non passa un giorno in cui non mi chieda perchè sia successo».
Durante un interrogatorio la ragazza aveva però precedentemente spiegato di temere che le gravidanze potessero pesare sulla relazione col marito, che non voleva altri figli dopo i primi due.
A giudizio, come co-imputato, è anche il marito della donna, che agli investigatori ha spiegato di non essersi accorto di nulla. Il primo dei neonati uccisi era stato trovato nel 2006 in un container per la carta in Schleswig-Holstein, un secondo nel 2007 in un parcheggio dello stesso Land.
Gli altri tre cadaveri sono stati rinvenuti grazie alle indicazioni dell'omicida. La donna, che lavora nel settore alberghiero, ha spiegato di aver dato alla luce due bambini a casa, mentre il marito era al lavoro, e tre all'aperto, nei boschi. Per il processo sono previsti quattro giorni di udienza e la sentenza potrebbe arrivare già la prossima settimana. L'imputata rischia una condanna tra i cinque e i 15 anni.
Durante un interrogatorio la ragazza aveva però precedentemente spiegato di temere che le gravidanze potessero pesare sulla relazione col marito, che non voleva altri figli dopo i primi due.
A giudizio, come co-imputato, è anche il marito della donna, che agli investigatori ha spiegato di non essersi accorto di nulla. Il primo dei neonati uccisi era stato trovato nel 2006 in un container per la carta in Schleswig-Holstein, un secondo nel 2007 in un parcheggio dello stesso Land.
Gli altri tre cadaveri sono stati rinvenuti grazie alle indicazioni dell'omicida. La donna, che lavora nel settore alberghiero, ha spiegato di aver dato alla luce due bambini a casa, mentre il marito era al lavoro, e tre all'aperto, nei boschi. Per il processo sono previsti quattro giorni di udienza e la sentenza potrebbe arrivare già la prossima settimana. L'imputata rischia una condanna tra i cinque e i 15 anni.
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NIGERIA CHOC, DONNA PARTORISCE UNA BAMBINA CON TRE TESTE
Una notizia che ha dell'incredibile. Secondo la stampa nigeriana, una
ragazzi di 19 anni, avrebbe messo alla luce al suo primo parto una
bambina con tre teste. Malama Zainab, il 3 marzo, è stata portata, con l'inizio del travaglio, nell'ospedale generale Malumfashi, di Katsina,
dove ha partorito non i tre gemelli che pensava, dopo l'ecografia, ma
una bimba con tre teste, nessuna delle quali con gli occhi. Secondo
quanto hanno raccontato i due giovanissimi genitori, le visite prenatali
avevano accertato che i 'gemellì godevano di buona salute. Malama
Zainab ha detto che, da buona religiosa, accetta la prova che Dio le ha
mandato, confidando nel Suo aiuto per la sua famiglia e la figlia.
SI SCHIANTA CONTRO IL GUARD RAIL, ALESSIO VIENE SBALZATO SULL'ASFALTO E MUORE
Spaventoso incidente stradale questa mattina sulla superstrada
Ancona-Roma. L'incidente verso le 6.30. Un'auto, una Renault Megane,
guidata da Alessio Marchegiani, un cuoco 28enne di
Falconara, si è schiantata a forte velocità contro il guard-rail
centrale. Sono state coinvolte altre vetture. Il conducente del mezzo
incidentato è morto, sbalzato sull'asfalto. La Renault Megane del
giovane è andata completamente distrutta. All'arrivo della Croce Gialla
il 28enne era già morto. La Polstrada è stata costretta a bloccare il
traffico.
MORTO BRUNO BUITONI, "RE ITALIANO DELLA PASTA E DEL CIOCCOLATO". AVEVA 89 ANNI
Con Bruno Buitoni,
classe 1924, scompare l'ultimo manager di una dinasty familiare che con
la pasta e il cioccolato ha contribuito all'affermazione
dell'alimentare italiano nel mondo. Una parabola, quella dei Buitoni,
avviata nel 1827 a Borgo Sansepolcro, allora Granducato di Toscana, da
Giovanni Battista e sua moglie Giulia con una piccola impresa di pasta
artigianale e proseguita a grandi passi con il nipote di Giovanni
Battista, Francesco, fondatore della Perugina nel 1907.
Altri Buitoni, come Giovanni, figlio di Francesco, capace di conquistare New York con i baci Perugina, hanno spinto in alto i marchi fino agli anni '80, quando gli 'industriali del Borgo', come veniva chiamata la famiglia Buitoni, hanno ceduto le armi di fronte a un mercato divenuto troppo complesso ed esigente. Proprio Bruno Buitoni, nelle sue vesti di amministratore delegato delle Industrie Buitoni Perugina (Ibp), ha siglato nel 1985 il passaggio di proprietà alla Cir di De Benedetti che a sua volta, tre anni dopo, cedeva i marchi alla Nestlè.
La 'resa' della famiglia, ancora lasciava un pò l'amaro in bocca a Bruno Buitoni nella sua ultima intervista al giornale di Confindustria Umbria. «Le aziende erano condotte bene - raccontava - e il marchio era forte. L'errore fu di non aver costituito una finanziaria quotata in borsa, come fece la Fiat, sarebbe stato il salto di qualità. Eravamo in troppi, 13 tra fratelli e cugini e non riuscimmo a trovare l'accordo. Abbiamo dovuto vendere l'azienda a chi l'avrebbe potuta gestire: prima De Benedetti poi la Nestlè».
Alle aziende di famiglia Bruno aveva legato tutta la sua vita, e gli studi economici per prepararsi al ruolo di manager non l'avevano comunque risparmiato dalla gavetta. «Nel 1947, fresco di laurea in Scienze economiche a Losanna, arrivai a Perugia convinto di fare l'amministratore - raccontava ancora al giornale confindustriale - invece mio zio mi mise nelle mani del capo del personale che scrisse 'seconda categoria' e il mio primo stipendio fu di 23mila e 700 lire».
Lo stesso papà Luigi l'aveva abituato sin da piccolo alla vita di fabbrica, mandandolo in varie occasioni a fare i turni con gli operai. Colto e raffinato, il manager Bruno si distingueva per la sua eleganza da gentleman inglese. Perugia lo ricorda tra l'altro per il suo amore per la cultura (ha guidato anche il Teatro stabile dell'Umbria) e il territorio. Proprio a lui si deve lo slogan di Perugia «Città del cioccolato».
«Bruno Buitoni - sottolinea la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, in un messaggio di cordoglio alla famiglia - è stato uno degli imprenditori che ha maggiormente segnato la storia dell'industria dell'Umbria e di Perugia, portando i marchi Buitoni e Perugina ai vertici dei mercati internazionali delle produzioni alimentari e dolciarie».
Altri Buitoni, come Giovanni, figlio di Francesco, capace di conquistare New York con i baci Perugina, hanno spinto in alto i marchi fino agli anni '80, quando gli 'industriali del Borgo', come veniva chiamata la famiglia Buitoni, hanno ceduto le armi di fronte a un mercato divenuto troppo complesso ed esigente. Proprio Bruno Buitoni, nelle sue vesti di amministratore delegato delle Industrie Buitoni Perugina (Ibp), ha siglato nel 1985 il passaggio di proprietà alla Cir di De Benedetti che a sua volta, tre anni dopo, cedeva i marchi alla Nestlè.
La 'resa' della famiglia, ancora lasciava un pò l'amaro in bocca a Bruno Buitoni nella sua ultima intervista al giornale di Confindustria Umbria. «Le aziende erano condotte bene - raccontava - e il marchio era forte. L'errore fu di non aver costituito una finanziaria quotata in borsa, come fece la Fiat, sarebbe stato il salto di qualità. Eravamo in troppi, 13 tra fratelli e cugini e non riuscimmo a trovare l'accordo. Abbiamo dovuto vendere l'azienda a chi l'avrebbe potuta gestire: prima De Benedetti poi la Nestlè».
Alle aziende di famiglia Bruno aveva legato tutta la sua vita, e gli studi economici per prepararsi al ruolo di manager non l'avevano comunque risparmiato dalla gavetta. «Nel 1947, fresco di laurea in Scienze economiche a Losanna, arrivai a Perugia convinto di fare l'amministratore - raccontava ancora al giornale confindustriale - invece mio zio mi mise nelle mani del capo del personale che scrisse 'seconda categoria' e il mio primo stipendio fu di 23mila e 700 lire».
Lo stesso papà Luigi l'aveva abituato sin da piccolo alla vita di fabbrica, mandandolo in varie occasioni a fare i turni con gli operai. Colto e raffinato, il manager Bruno si distingueva per la sua eleganza da gentleman inglese. Perugia lo ricorda tra l'altro per il suo amore per la cultura (ha guidato anche il Teatro stabile dell'Umbria) e il territorio. Proprio a lui si deve lo slogan di Perugia «Città del cioccolato».
«Bruno Buitoni - sottolinea la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, in un messaggio di cordoglio alla famiglia - è stato uno degli imprenditori che ha maggiormente segnato la storia dell'industria dell'Umbria e di Perugia, portando i marchi Buitoni e Perugina ai vertici dei mercati internazionali delle produzioni alimentari e dolciarie».
BEATRICE, MORTA A 23 ANNI DOPO LA FESTA DELLA DONNA. ANCONA IN LUTTO
Una città avvolta nel silenzio e sotto choc piange Beatrice Burattini,
la studentessa 23enne, tirocinante di infermieria morta venerdì notte
in un incidente stradale in via Lauretana. La cerimonia funebre è
fissata per domani alle 15 nella chiesa di Camerano (Ancona).
Molti i ricordi e le testimonianze di cordoglio alla famiglia. Piangono Beatrice, il babbo Aurelio, che lavora alla mensa degli Ospedali Riuniti, la mamma Vera Battistoni, insegnante alla scuola materna di Camerano, e il fratello Daniele, studente, di qualche anno più giovane.
Del lutto dell'intera comunità si è fatto interprete il sindaco Piergiacomi. "Non esistono parole - ha detto al Corriere Adriatico - in situazioni così drammatiche, cercheremo di far sentire tutta la nostra vicinanza rendendoci disponibili per qualunque esigenza".
Venerdì sera, Beatrice aveva lasciato le amiche con cui si era ritrovata per festeggiare l'8 marzo e stava tornando a casa. Attorno all’1 e 30, in via Lauretana, la sua Citroen C2 ha sbandato ed è finita fuori strada. La giovane è stata sbalzata dall’abitacolo, L’impatto non le ha lasciato scampo. Sul posto le ambulanze del 118, i carabinieri di Osimo e Camerano e i vigili del fuoco di Osimo. Inutili i soccorsi, per Beatrice non c’era più niente da fare.
Molti i ricordi e le testimonianze di cordoglio alla famiglia. Piangono Beatrice, il babbo Aurelio, che lavora alla mensa degli Ospedali Riuniti, la mamma Vera Battistoni, insegnante alla scuola materna di Camerano, e il fratello Daniele, studente, di qualche anno più giovane.
Del lutto dell'intera comunità si è fatto interprete il sindaco Piergiacomi. "Non esistono parole - ha detto al Corriere Adriatico - in situazioni così drammatiche, cercheremo di far sentire tutta la nostra vicinanza rendendoci disponibili per qualunque esigenza".
Venerdì sera, Beatrice aveva lasciato le amiche con cui si era ritrovata per festeggiare l'8 marzo e stava tornando a casa. Attorno all’1 e 30, in via Lauretana, la sua Citroen C2 ha sbandato ed è finita fuori strada. La giovane è stata sbalzata dall’abitacolo, L’impatto non le ha lasciato scampo. Sul posto le ambulanze del 118, i carabinieri di Osimo e Camerano e i vigili del fuoco di Osimo. Inutili i soccorsi, per Beatrice non c’era più niente da fare.
NADIA RINALDI IN TV: "MI SEPARO E DIMAGRISCO. TRA DUE MESI INDOSSO L'ABITO DELLA D'URSO"
«Tra due mesi peserò meno di 70 chili».
Nadia Rinaldi cambia vita e si dedica a se stessa e alla sua bellezza. Dopo aver reso pubblica la fine del suo matrimonio con Francesco Toraldo nella puntata del 27 gennaio di Domenica Live, l'attrice romana torna ospite della D'Urso per raccontare come sta reagendo al tradimento del marito e alla fine del suo matrimonio.
«Mi chiedo come possa cancellare tutte le cose belle che ci sono state tra noi e come possa cancellare una bambina».
Per tutelare l'affetto che la figlia, Francesca Romana, nutre nei confronti del padre, la Rinaldi ha rivolto una lettera aperta al marito sulle pagine del settimanale Di più, chiedendogli di stare accanto alla bambina.
«Da quando sono stata ospite qui in trasmissione, non l'ho più visto e non l'ho più sentito: parla con la bambina e non con me. In questi otto mesi ho pianto, ho vomitato, l'ho cercato.
Ma da adesso voglio ricominciare a vivere».
"SCENDERÒ A 70 CHILI". E come prima cosa, la Rinaldi, da donna dotata di grande dignità e maturità, ha deciso di separarsi: «Il 4 aprile abbiamo la prima udienza di separazione. Io non ho messo divieti affinchè mia figlia veda il padre. Non sono di quelle madri che dicono alle maestre: "Se viene il padre non gliela date". Mi augurerei, anzi, che la maestra mi dicesse che è venuto a prenderla».
E poi, un incoraggiamento a tutte le donne che è una presa di conscienza e una promessa: «Voglio dire a tutte che da sole ce la facciamo sempre a ricominciare. Tra due mesi indosserò il tuo vestito, Barbara. Dimagrirò e perderò i chili di troppo. Da oggi penso a Nadia».
E la D'Urso la prende come una scommessa: «Il 28 aprile sei invitata alla nostra ultima puntata: metterai il mio vestito»
Nadia Rinaldi cambia vita e si dedica a se stessa e alla sua bellezza. Dopo aver reso pubblica la fine del suo matrimonio con Francesco Toraldo nella puntata del 27 gennaio di Domenica Live, l'attrice romana torna ospite della D'Urso per raccontare come sta reagendo al tradimento del marito e alla fine del suo matrimonio.
«Mi chiedo come possa cancellare tutte le cose belle che ci sono state tra noi e come possa cancellare una bambina».
Per tutelare l'affetto che la figlia, Francesca Romana, nutre nei confronti del padre, la Rinaldi ha rivolto una lettera aperta al marito sulle pagine del settimanale Di più, chiedendogli di stare accanto alla bambina.
«Da quando sono stata ospite qui in trasmissione, non l'ho più visto e non l'ho più sentito: parla con la bambina e non con me. In questi otto mesi ho pianto, ho vomitato, l'ho cercato.
Ma da adesso voglio ricominciare a vivere».
"SCENDERÒ A 70 CHILI". E come prima cosa, la Rinaldi, da donna dotata di grande dignità e maturità, ha deciso di separarsi: «Il 4 aprile abbiamo la prima udienza di separazione. Io non ho messo divieti affinchè mia figlia veda il padre. Non sono di quelle madri che dicono alle maestre: "Se viene il padre non gliela date". Mi augurerei, anzi, che la maestra mi dicesse che è venuto a prenderla».
E poi, un incoraggiamento a tutte le donne che è una presa di conscienza e una promessa: «Voglio dire a tutte che da sole ce la facciamo sempre a ricominciare. Tra due mesi indosserò il tuo vestito, Barbara. Dimagrirò e perderò i chili di troppo. Da oggi penso a Nadia».
E la D'Urso la prende come una scommessa: «Il 28 aprile sei invitata alla nostra ultima puntata: metterai il mio vestito»
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KATE ATTACCATA DALLA 'BIG' DELLA BBC: "È SENZA CARATTERE. NON HA OPINIONI"
Ancora nel vortice delle critiche Kate Middleton sul cui conto è stato detto che non esprime mai una sua opinione e in questo ricorda quel 'mondo' dell'800 descritto nei romanzi di Jane Austen in
cui il ruolo delle donne era riconosciuto solo all'interno del
matrimonio. Un altro 'attacco' alla duchessa di Cambridge giunge questa
volta da una delle voci radiofoniche più conosciute della Bbc, Sandi Toksvig, che dice: «Non mi viene in mente una sua singola opinione, in questo fa molto Jane Austen».
Le critiche rivolte da Toksvig alla duchessa di Cambridge seguono quelle di una nota scrittrice, Hilary Mantel, che aveva definito Kate «principessa di plastica» e «priva di personalità», scatenando la reazione di stampa e opinione pubblica.
«La duchessa di Cambridge non ha abbastanza carattere per me - ha detto Toksvig - Eravamo abituati un tempo ad ammirare le donne che basavano la loro vita sul matrimonio e sui figli ma siamo cambiati da allora». Secondo la conduttrice, è invece molto più interessante un personaggio come la cantante Cheryl Cole, «uno dei pochi vip che dicono quello che pensano».
Le critiche rivolte da Toksvig alla duchessa di Cambridge seguono quelle di una nota scrittrice, Hilary Mantel, che aveva definito Kate «principessa di plastica» e «priva di personalità», scatenando la reazione di stampa e opinione pubblica.
«La duchessa di Cambridge non ha abbastanza carattere per me - ha detto Toksvig - Eravamo abituati un tempo ad ammirare le donne che basavano la loro vita sul matrimonio e sui figli ma siamo cambiati da allora». Secondo la conduttrice, è invece molto più interessante un personaggio come la cantante Cheryl Cole, «uno dei pochi vip che dicono quello che pensano».
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STATALI, -10% IN BUSTA PAGA DOPO IL DECRETO CONGELA STIPENDI
Il decreto che prolunga il congelamento delle buste
paga degli statali, è costata molto agli impiegati della pubblica
amministrazione. Come si può ben osservare dall'infografica del Sole 24 Ore, allegata all'articolo in prima pagina di Gianni Trovati, il decreto costa ben il 10% dello stipendio dei lavoratori statali, tra mancati aumento, blocco dell'indennità e vacanze.
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domenica 10 marzo 2013
CARNE DI CAVALLO, NUOVI CASI NELLA PASTA FRESCA: "NEI TORTELLINI E NELLE LASAGNE"
Trovati nuovi prodotti alimentari contenenti carne di cavallo non
dichiarata in etichetta. In particolare la positività alla carne equina è
stata riscontrata in un campione di tortellini alla carne e uno di
tortellini al prosciutto, prelevati dal Nas di Roma, in applicazione del monitoraggio disposto dal ministero della Salute, rispettivamente presso un supermercato e presso la ditta produttrice. Lo ha comunicato l'Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell'Emilia Romagna di Brescia,
come riferisce una nota del ministero della Salute, precisando che «al
momento, nei 109 campioni finora analizzati non è stata rilevata alcuna
traccia di fenilbutazone».
I tortellini alla carne «Nuova Tort Uovo» da 500 gr., lotto L043 con scadenza 06.05.13, e tortellini al prosciutto «La spiga dei buoni sapori» da 500 gr., lotto052 con scadenza 15.05.2013, risultati positivi alla prova per la ricerca di carni equine, sono stati prodotti dalla ditta Nuova Tort Uovo s.r.l. di Roma, che ha utilizzato materie prime fornite da due ditte presso le quali sono in corso delle verifiche. I relativi accertamenti condotti dal Nas di Roma presso la ditta produttrice - riferisce ancora la nota - hanno portato al sequestro penale di 280 confezioni da 500 gr. di tortellini al prosciutto appartenenti lotto risultato positivo alle suddette analisi; al sequestro cautelativo sanitario, con contestuale prelievo di campioni, di 4.406 confezioni da gr. 500 di prodotti a base di carne bovina (tortellini e ravioli). L'azienda ha avviato le procedure di ritiro dal mercato dei prodotti. Positività per carni equine, non dichiarate in etichetta, sono state trovate anche in un campione di cannelloni e in uno di lasagne prelevati dal Nas di Viterbo, in due supermercati della provincia. I cannelloni alla carne «Delizie di pasta» da 400 gr., lotto 023 con scadenza 08.04.13, risultato positivo alla prova per la ricerca di carni equine, sono stati prodotti dalla ditta Pasta Julia S.p.A. di Spello (Pg) presso la quale sono in corso accertamenti.
Le 'Lasagne alla bolognese' da 600 gr., lotto 12341 con scadenza 07.06.2014, risultati positivi alla prova per la ricerca di carni equine, sono state prodotte dalla ditta La cucina di Bolognà di San Giovanni in Persiceto (Bo) già sottoposta ad accertamenti da parte del Nas di Bologna. L'azienda ha avviato le procedure di ritiro dal mercato del prodotto
LE ANALISI SUI CAMPIONI Il Ministero della Salute comunica inoltre che al momento, nei 109 campioni finora analizzati nell'ambito del piano di monitoraggio, non è stata rilevata alcuna traccia di fenilbutazone (antinfiammatorio utilizzato prevalentemente per la terapia sintomatica delle affezioni muscolari, tendinee e ossee dell'apparato locomotore), un tempo ammesso per l'uso sull'uomo ma attualmente vietato. I medicinali veterinari contenenti questo principio attivo - ricorda il ministero - possono essere somministrati unicamente agli equidi non destinati alla produzione di alimenti. L'eventuale riscontro di residui di fenilbutazone nelle carni destinate al consumo umano è dovuto o a un uso illecito del medicinale (poichè non è stato rispettato il divieto), oppure perchè il cavallo, trattato con il medicinale in questione, era stato inizialmente dichiarato non destinato alla produzione di alimenti, ed è stato invece illecitamente utilizzato per produrli. In ogni caso, il ministero ribadisce che, anche in caso di un futuro rilevamento di fenilbutazone in uno dei prodotti alimentari sequestrati, non saremmo in presenza di un problema di salute pubblica.
Infatti, considerando le dosi utilizzate per il trattamento farmacologico sei cavalli, l'eventuale quantitativo di fenilbutazone presente, per esempio, in una porzione di lasagne o ravioli contenente carne equina non dichiarata corrisponderebbe ad un ordine di grandezza tra le 10mila e le 100mila volte inferiore a quello della dose terapeutica giornaliera un tempo impiegata nell'uomo. Non ci sarebbe, quindi, nessun rischio di salute legato ad una ipotetica assunzione inconsapevole della sostanza. Naturalmente - conclude la nota - resta il grave problema legato al reato di frode commerciale, motivo per il quale le autorità sanitarie e i Nas continuano nell'attuazione rigorosa del piano di monitoraggio.
I tortellini alla carne «Nuova Tort Uovo» da 500 gr., lotto L043 con scadenza 06.05.13, e tortellini al prosciutto «La spiga dei buoni sapori» da 500 gr., lotto052 con scadenza 15.05.2013, risultati positivi alla prova per la ricerca di carni equine, sono stati prodotti dalla ditta Nuova Tort Uovo s.r.l. di Roma, che ha utilizzato materie prime fornite da due ditte presso le quali sono in corso delle verifiche. I relativi accertamenti condotti dal Nas di Roma presso la ditta produttrice - riferisce ancora la nota - hanno portato al sequestro penale di 280 confezioni da 500 gr. di tortellini al prosciutto appartenenti lotto risultato positivo alle suddette analisi; al sequestro cautelativo sanitario, con contestuale prelievo di campioni, di 4.406 confezioni da gr. 500 di prodotti a base di carne bovina (tortellini e ravioli). L'azienda ha avviato le procedure di ritiro dal mercato dei prodotti. Positività per carni equine, non dichiarate in etichetta, sono state trovate anche in un campione di cannelloni e in uno di lasagne prelevati dal Nas di Viterbo, in due supermercati della provincia. I cannelloni alla carne «Delizie di pasta» da 400 gr., lotto 023 con scadenza 08.04.13, risultato positivo alla prova per la ricerca di carni equine, sono stati prodotti dalla ditta Pasta Julia S.p.A. di Spello (Pg) presso la quale sono in corso accertamenti.
Le 'Lasagne alla bolognese' da 600 gr., lotto 12341 con scadenza 07.06.2014, risultati positivi alla prova per la ricerca di carni equine, sono state prodotte dalla ditta La cucina di Bolognà di San Giovanni in Persiceto (Bo) già sottoposta ad accertamenti da parte del Nas di Bologna. L'azienda ha avviato le procedure di ritiro dal mercato del prodotto
LE ANALISI SUI CAMPIONI Il Ministero della Salute comunica inoltre che al momento, nei 109 campioni finora analizzati nell'ambito del piano di monitoraggio, non è stata rilevata alcuna traccia di fenilbutazone (antinfiammatorio utilizzato prevalentemente per la terapia sintomatica delle affezioni muscolari, tendinee e ossee dell'apparato locomotore), un tempo ammesso per l'uso sull'uomo ma attualmente vietato. I medicinali veterinari contenenti questo principio attivo - ricorda il ministero - possono essere somministrati unicamente agli equidi non destinati alla produzione di alimenti. L'eventuale riscontro di residui di fenilbutazone nelle carni destinate al consumo umano è dovuto o a un uso illecito del medicinale (poichè non è stato rispettato il divieto), oppure perchè il cavallo, trattato con il medicinale in questione, era stato inizialmente dichiarato non destinato alla produzione di alimenti, ed è stato invece illecitamente utilizzato per produrli. In ogni caso, il ministero ribadisce che, anche in caso di un futuro rilevamento di fenilbutazone in uno dei prodotti alimentari sequestrati, non saremmo in presenza di un problema di salute pubblica.
Infatti, considerando le dosi utilizzate per il trattamento farmacologico sei cavalli, l'eventuale quantitativo di fenilbutazone presente, per esempio, in una porzione di lasagne o ravioli contenente carne equina non dichiarata corrisponderebbe ad un ordine di grandezza tra le 10mila e le 100mila volte inferiore a quello della dose terapeutica giornaliera un tempo impiegata nell'uomo. Non ci sarebbe, quindi, nessun rischio di salute legato ad una ipotetica assunzione inconsapevole della sostanza. Naturalmente - conclude la nota - resta il grave problema legato al reato di frode commerciale, motivo per il quale le autorità sanitarie e i Nas continuano nell'attuazione rigorosa del piano di monitoraggio.
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PISTORIUS, UN AMICO: "È DISTRUTTO, SULL'ORLO DEL SUICIDIO"
Ancora non trova pace Oscar Pistorius che è «sull'orlo del suicidio»,
secondo un amico intimo dell'atleta accusato dell'omicidio premeditato
della fidanzata Reeva Steenkamp. In un documentario che andrà in onda
sulla Bbc3, Mike Azzie, che Pistorius è solito chiamare «zio Mike»,
descrive l'ex campione come un «uomo distrutto»,
costretto a vendere molti dei suoi beni e i suoi cavalli da corsa per
recuperare il denaro necessario a far fronte alle onerose spese legali.
«Parla sempre di Reeva e ci chiede di pregare per lei e la sua
famiglia», ha raccontato l'amico che descrive Pistorius come un uomo
«che cammina in tondo e non sa dove andare». «È un uomo distrutto, direi
sull'orlo del suicidio, sono molto preoccupato», ha detto lo zio Mike.
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MAROCCHINA UCCISA DAVANTI AI CARABINIERI, ARRESTATI ZIA E NIPOTE
Lite tra vicini finita in tragedia a Reggio Calabria. Una donna di nazionalità marocchina, Nezha Belakhdar di 50 anni, è stata uccisa al culmine di una lite,
la notte scorsa a Reggio Calabria, da due vicini di casa che sono stati
arrestati dai carabinieri, Bruna Navella, 45 anni, e suo nipote Attilio
Oliva (28). L'omicidio è avvenuto quasi in contemporanea all'arrivo dei
militari chiamati da passanti.
Per gli investigatori la donna e il nipote accusavano, ingiustamente, la Belakhdar di aver dato fuoco ad alcuni mobili.
MOBILI INCENDIATI LA CAUSA DELLA LITE Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, fuori dal palazzo in cui vivevano la vittima e i due arrestati, nel quartiere Modena, erano stati lasciati un divano ed un comodino. Nella notte i mobili sono stati incendiati. Bruna Navella ed il nipote hanno visto Nezha Belakndar e l'hanno accusata di essere l'autrice dell'incendio. Accusa, peraltro, che secondo gli investigatori non corrisponde al vero. Ne è nata una lite che ha richiamato l'attenzione di altri vicini che hanno chiamato i vigili del fuoco ed i carabinieri. Mentre i militari giungevano sul posto, sempre secondo la ricostruzione degli investigatori, Bruna Navella colpiva la vittima con calci e pugni e il nipote prendeva un coltello col quale colpiva tre volte Nezha Belakndar. Sul posto è subito intervenuta un'ambulanza del 118, ma i medici non hanno potuto fare niente. Zia e nipote sono stati quindi arrestati per concorso in omicidio. Sia loro che la vittima erano già noti alle forze dell'ordine.
Per gli investigatori la donna e il nipote accusavano, ingiustamente, la Belakhdar di aver dato fuoco ad alcuni mobili.
MOBILI INCENDIATI LA CAUSA DELLA LITE Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, fuori dal palazzo in cui vivevano la vittima e i due arrestati, nel quartiere Modena, erano stati lasciati un divano ed un comodino. Nella notte i mobili sono stati incendiati. Bruna Navella ed il nipote hanno visto Nezha Belakndar e l'hanno accusata di essere l'autrice dell'incendio. Accusa, peraltro, che secondo gli investigatori non corrisponde al vero. Ne è nata una lite che ha richiamato l'attenzione di altri vicini che hanno chiamato i vigili del fuoco ed i carabinieri. Mentre i militari giungevano sul posto, sempre secondo la ricostruzione degli investigatori, Bruna Navella colpiva la vittima con calci e pugni e il nipote prendeva un coltello col quale colpiva tre volte Nezha Belakndar. Sul posto è subito intervenuta un'ambulanza del 118, ma i medici non hanno potuto fare niente. Zia e nipote sono stati quindi arrestati per concorso in omicidio. Sia loro che la vittima erano già noti alle forze dell'ordine.
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INCIDENTE IN CORSO VITTORIO: DUE RAGAZZI FERITI, UNO GRAVE
Grave incidente sabato sera, intorno alle 21.40, all'incrocio tra corso Vittorio Emanuele II e corso Massimo D'Azeglio a Torino.
Si sono scontrati un'automobile e uno scooter. Il ragazzo di 20 anni
che guidava il motorino, un Ktm, ha riportato delle gravi lesioni ed è
stato trasportato presso il Pronto Soccorso dell'Ospedale Cto, dove i
medici si riservano la prognosi. Anche il passeggero dell'auto, una
Volkswagen Golg+f, un ragazzo di 19 anni, ha riportato delle lesioni ed è
stato trasportato per le cure mediche necessarie presso il pronto
soccorso dell'Ospedale Mauriziano. Dai primi accertamenti sembrerebbe
che il motorino stesse percorrendo la carreggiata laterale sud di corso
Vittorio Emanuele II in direzione del fiume Po, mentre l'autovettura
Volswagen Golf stesse percorrendo corso Vittorio Emanuele II in
direzione centro città e, giunta all'incrocio, abbia girato a sinistra.
La polizia è alla ricerca attualmente di testimoni all'accaduto.
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BELLUNO, TIR LA TRAVOLGE MENTRE VA A A SCUOLA: MARTINA MUORE A 13 ANNI
Una ragazzina di soli 13 anni, Martina Bonavera, è morta dopo essere stata investita questa mattina non lontano da casa a Giamosa, alle porte di Belluno.La giovane, studentessa di terza media, stava attraversando la statale del Grappa per raggiungere la fermata dell'autobus che l'avrebbe portata a scuola a Belluno quando è stata travolta
da un furgone diretto verso Feltre. La tragedia si è consumata in uno
dei punti più pericolosi dalla strada, già oggetto di denunce da parte
di cittadini e amministratori. Martina, giocatrice di pallavolo,
frequentava la 3/a F alle medie 'Riccì dove stamattina le lezioni sono
state sospese non appena è arrivata la notizia. «Martina era una ragazza
splendida - ha affermato la preside dell'istituto, Concetta Spadaro -
una studentessa aperta alla vita, collaborativa, socievole; il dolore di
noi insegnanti e della scuola è veramente grande».
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sabato 9 marzo 2013
Gucci arriva a Bucarest
Lo scorso 14 marzo Gucci ha inaugurato il suo primo negozio nella città di Bucarest.
La boutique è situata nell’hotel di lusso Athenee Palace Hilton, con 290 metri di superficie.
Per l’occasione è stata organizzata un’asta di beneficenza a favore dell’Unicef e Frida Giannini, direttore creativo della maison, ha creato 7 borse esclusive che sono state poi vendute per un totale di 27.200 euro.
La boutique è situata nell’hotel di lusso Athenee Palace Hilton, con 290 metri di superficie.
Per l’occasione è stata organizzata un’asta di beneficenza a favore dell’Unicef e Frida Giannini, direttore creativo della maison, ha creato 7 borse esclusive che sono state poi vendute per un totale di 27.200 euro.
PISTORIUS CONTESTA LA LIBERTÀ SU CAUZIONE: "VOGLIO VIAGGIARE"
Torna a far parlare di sè, Oscar Pistorius, il campione di atletica sudafricano accusato di omicidio
premeditato per avere ucciso la sua fidanzata il 14 febbraio scorso, ha
contestato le condizioni per la libertà su cauzione e ha annunciato che
farà appello per potere recuperare il passaporto e viaggiare all'estero. Lo ha reso noto oggi la catena di informazione Enca. Uno dei legali dell'atleta, Kenny Oldwage, non ha nè confermato, nè smentito tale notizia, rispondendo con un «no comment».
La catena tv Enca sostiene che Pistorius desideri tornare a vivere
nella sua casa di Pretoria, luogo dell'omicidio, e che non vuole essere
sottoposto ai test a sorpresa su alcol e droga, come ha deciso il
giudice il 22 febbraio scorso quando gli è stata concessa la libertà su
cauzione. L'allenatore del campione, Peet van Zyl, ha
affermato di non essere al corrente di tali notizie e ha ricordato che
tutte le gare di Pistorius fino a fine maggio sono state annullate.
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FIRENZE, 80ENNE SI UCCIDE SPARANDOSI NEL BOSCO: "ERA OPPRESSO DAI DEBITI"
Si è sparato un colpo di pistola in testa, perchè
oppresso dal senso di vergogna per non poter restituire il denaro ai
suoi debitori, con cui si trovava in compagnia poco prima di suicidarsi,
l'uomo di 80 anni che questa mattina si è ucciso con un colpo di
pistola alla testa in un bosco tra Cerreto Guidi e Larciano, in
provincia di Firenze. In base a una prima ricostruzione degli inquirenti, l'anziano
era in macchina con i suoi senso di vergogna alcuni amici di famiglia, quando
ha chiesto di accostare per un bisogno fisiologico; poi si è nascosto
nella boscaglia e si è sparato con la pistola. Secondo quanto
ricostruito, in passato l'ottantenne aveva ricevuto da un amico di
famiglia del denaro a titolo di investimento nella società cooperativa
di cui faceva parte, ma non era mai stato in grado di restituire i soldi.
Quando, alla morte dell'amico, i suoi parenti si sono fatti avanti
chiedendo all'ottantenne i soldi che spettavano loro a titolo di
eredità, lui ha risposto che li avrebbe restituiti. Così questa mattina
li ha portati in giro in auto per alcuni minuti con la scusa di andare a
ritirare il denaro, poi ha chiesto di accostare e si è suicidato.
PESCARA, DONNA TRAVOLTA SUI BINARI: COMPAGNO ASSISTE IN DIRETTA TELEFONICA
Una distrazione al telefono è stata fatale per una donna che è morta
mentre attraversava i binari parlando al cellulare con il suo compagno.
La donna, Maria Rosaria Lioce, 48 anni di Pescara e
madre di 4 figli, non si è accorta dell'arrivo dell'Intercity 613
Bologna-Pescara. Doveva scendere alla stazione di Giulianova dove il
compagno l'attendeva, ma si è sbagliata ed è scesa ad Alba Adriatica. Lì
è stata investita mentre spiegava l'accaduto al telefono. Il compagno
ha vissuto in diretta la tragedia. E' stato lui a dare l'allarme e
raggiungere in preda al panico lo scalo albense. Sul posto sono giunti
carabinieri, Polfer e personale dei soccorsi del 118. La stazione è
stata chiusa ed il traffico sulla direttrice adriatica fatto confluire
sul senso unico alternato.
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