venerdì 15 marzo 2013

CAMERE, VERSO L'ACCORDO TRA PD E MONTI. I GRILLINI: "VOTO LENTO, SPRECATI 420.000 €"

Pier Luigi Bersani ha provato a tenere aperto fino all'ultimo il tentativo di un coinvolgimento del Movimento 5 Stelle nella partita delle presidenze di Camera e Senato. Uno schema traballante già da giorni e che con il passare delle ore, dicono fonti parlamentari del Pd, si conferma sempre più irrealizzabile. «Lo schema originario di Bersani è ormai acquisito che è fallito», sostiene più di un parlamentare democratico.
E ora? Il nuovo schema possibile è quello di un'intesa con la coalizione montiana. Un'opzione su cui, in particolare, l'area franceschiniana premeva da giorni. Dario Franceschini già alla Direzione del Pd aveva sollecitato l'avvio di un dialogo con i montiani.
Con il tramonto dello schema Pd-M5S, la carta Monti torna alla ribalta. I contatti sono in corso e non si esclude anche un contatto diretto tra Bersani e il Professore che, dicono fonti sia alla Camera che al Senato, sarebbe fortemente interessato alla presidenza di palazzo Madama. Un'intesa di questo tipo 'salverebbe' l'ispirazione della corresponsabilità istituzionale perseguita da Bersani: Monti al Senato e Franceschini alla Camera.
Ma c'è un problema che al momento non è stato superato: Monti, anche nei contatti avuti questa mattina, continua a chiedere che venga tenuto dentro anche il Pdl. Un coinvolgimento che per il Pd non è possibile accettare. «Mai e poi mai con il Pdl -dicono fonti dem- piuttosto facciamo saltare tutto». Se dovesse fallire anche l'intesa con i montiani, dicono le stesse fonti, allora vorrebbe dire che «facciamo da soli». Con il rischio che magari sullo scranno più alto del Senato vada un pidiellino.

CAMERA, INUTILE ANCHE IL SECONDO VOTO A scrutinio ancora in corso è ormai certo che la Camera non riuscirà ad eleggere il suo presidente nemmeno nella seconda votazione. Le schede bianche hanno infatti raggiunto quota 210, dunque nessun candidato potrà raggiungere i 420 voti necessari per l'elezione.

I GRILLINI: "UNO SPRECO" «È uno spreco di denaro pubblico perchè, con un metodo normale, una votazione del genere si potrebbe effettuare in mezz'ora». Il M5S critica la lentezza delle operazioni di voto alla Camera per l'elezione del presidente. «Con un metodo normale» i deputati «potrebbero adoperarsi per cose più utili per il Paese» - spiega Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera - «Abbiamo calcolato che si sprecano 420mila euro».
«Non è che siamo il genio della lampada e ci abbiamo pensato soltanto noi. Si poteva cambiare metodo» nelle precedenti votazioni, aggiunge. «Secondo un calcolo basato sullo stipendio mensile dei deputati moltiplicato per 630 e diviso per 30 giorni, costa agli italiani 420 mila euro - conclude Lombardi - Non si può perdere cos una giornata e mezza di lavoro - dice Lombardi - per l'elezione del presidente della Camera, mentre il Paese ha fretta di uscire dal baratro».

AL VIA LA LEGISLATURA E' iniziata con l'augurio del presidente provvisorio Antonio Leone al nuovo Papa Francesco la XVII Legislatura della Repubblica Italiana. Alle parole di Leone di saluto a Bergoglio e al Presidente della Repubblica Napolitano, che dovrà «affrontare questo difficile momento per il nostro Paese e lo farà con la massima saggezza», l'aula di Montecitorio ha applaudito sonoramente.
Leone comincia «rivolgendo un fervido e caloroso augurio al nuovo Pontefice che ha scelto significativamente il nome del Santo Patrono d'Italia, emblema universale della mitezza e della pace, Papa Francesco. La sua elezione - rileva - rappresenta sia per i credenti sia per i non credenti, in particolare nel nostro Paese, un momento di intensa emozione e di grandi aspettative. Il suo alto profilo spirituale, la sua profonda cultura religiosa, la sua costante e vivida testimonianza a favore dei più umili segneranno in modo peculiare e profondo l'altissima missione pastorale cui è chiamato, in un momento di grandi cambiamenti per la Chiesa», conclude.

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