Pier Luigi Bersani ha provato a tenere aperto fino all'ultimo il
tentativo di un coinvolgimento del Movimento 5 Stelle nella partita
delle presidenze di Camera e Senato. Uno schema traballante già da
giorni e che con il passare delle ore, dicono fonti parlamentari del Pd,
si conferma sempre più irrealizzabile. «Lo schema originario di Bersani
è ormai acquisito che è fallito», sostiene più di un parlamentare
democratico.
E ora? Il nuovo schema possibile è quello di un'intesa con la coalizione
montiana. Un'opzione su cui, in particolare, l'area franceschiniana
premeva da giorni. Dario Franceschini già alla Direzione del Pd aveva
sollecitato l'avvio di un dialogo con i montiani.
Con il tramonto dello schema Pd-M5S, la carta Monti torna alla ribalta. I
contatti sono in corso e non si esclude anche un contatto diretto tra
Bersani e il Professore che, dicono fonti sia alla Camera che al Senato,
sarebbe fortemente interessato alla presidenza di palazzo Madama.
Un'intesa di questo tipo 'salverebbe' l'ispirazione della
corresponsabilità istituzionale perseguita da Bersani: Monti al Senato e
Franceschini alla Camera.
Ma c'è un problema che al momento non è stato superato: Monti, anche nei
contatti avuti questa mattina, continua a chiedere che venga tenuto
dentro anche il Pdl. Un coinvolgimento che per il Pd non è possibile
accettare. «Mai e poi mai con il Pdl -dicono fonti dem- piuttosto
facciamo saltare tutto». Se dovesse fallire anche l'intesa con i
montiani, dicono le stesse fonti, allora vorrebbe dire che «facciamo da
soli». Con il rischio che magari sullo scranno più alto del Senato vada
un pidiellino.
CAMERA, INUTILE ANCHE IL SECONDO VOTO A scrutinio
ancora in corso è ormai certo che la Camera non riuscirà ad eleggere il
suo presidente nemmeno nella seconda votazione. Le schede bianche hanno
infatti raggiunto quota 210, dunque nessun candidato potrà raggiungere i
420 voti necessari per l'elezione.
I GRILLINI: "UNO SPRECO" «È uno spreco di denaro
pubblico perchè, con un metodo normale, una votazione del genere si
potrebbe effettuare in mezz'ora». Il M5S critica la lentezza delle
operazioni di voto alla Camera per l'elezione del presidente. «Con un
metodo normale» i deputati «potrebbero adoperarsi per cose più utili per
il Paese» - spiega Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera - «Abbiamo
calcolato che si sprecano 420mila euro».
«Non è che siamo il genio della lampada e ci abbiamo pensato soltanto
noi. Si poteva cambiare metodo» nelle precedenti votazioni, aggiunge.
«Secondo un calcolo basato sullo stipendio mensile dei deputati
moltiplicato per 630 e diviso per 30 giorni, costa agli italiani 420
mila euro - conclude Lombardi - Non si può perdere cos una giornata e
mezza di lavoro - dice Lombardi - per l'elezione del presidente della
Camera, mentre il Paese ha fretta di uscire dal baratro».
AL VIA LA LEGISLATURA E' iniziata con l'augurio del
presidente provvisorio Antonio Leone al nuovo Papa Francesco la XVII
Legislatura della Repubblica Italiana. Alle parole di Leone di saluto a
Bergoglio e al Presidente della Repubblica Napolitano, che dovrà
«affrontare questo difficile momento per il nostro Paese e lo farà con
la massima saggezza», l'aula di Montecitorio ha applaudito sonoramente.
Leone comincia «rivolgendo un fervido e caloroso augurio al nuovo
Pontefice che ha scelto significativamente il nome del Santo Patrono
d'Italia, emblema universale della mitezza e della pace, Papa Francesco.
La sua elezione - rileva - rappresenta sia per i credenti sia per i non
credenti, in particolare nel nostro Paese, un momento di intensa
emozione e di grandi aspettative. Il suo alto profilo spirituale, la sua
profonda cultura religiosa, la sua costante e vivida testimonianza a
favore dei più umili segneranno in modo peculiare e profondo l'altissima
missione pastorale cui è chiamato, in un momento di grandi cambiamenti
per la Chiesa», conclude.
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