Una scottante verità potrebbe arrivare dopo dieci anni sulla morte di Claudia Agostini, il cui corpo fu trovato in via della Lungara, a Roma nella zona di Trastevere, il 13 ottobre del 2003.
All'epoca dei fatti si parlò; di un pirata della strada o di un
suicidio ma, per gli inquirenti della Procura di Roma, si trattò di un omicidio. Riaperto il fascicolo di indagini e svolti nuovi accertamenti medico-legali. I pm capitolini sono pronti a chiedere il processo per Leonardo Ballatti, ex convivente della donna.
UN OMICIDIO PASSIONALE Il procuratore aggiunto
Pierfilippo Laviani e il sostituto Nicola Maiorano hanno infatti chiuso
l'inchiesta, atto questo che di norma prelude ad una richiesta di rinvio
a giudizio, con l'accusa di omicidio volontario. La donna, 41 anni,
insegnante di inglese, sarebbe stata uccisa per motivi passionali, per
una storia d'amore in crisi nonostante la Agostini e Ballatti avevano
avviato i preparativi per il matrimonio. Inizialmente si ipotizzò che la
donna fosse stata vittima di un incidente stradale, poi le indagini
virarono su una ipotesi di suicidio ma in base ai nuovi accertamenti la
Agostini morì per le ferite riportate dopo essere stata gettata dal
compagno nella tromba delle scale dello stabile di Trastevere che poi
spostò il corpo tra le auto in sosta nel tentativo di fuorviare gli
investigatori.
Dopo quattro richieste di archiviazione, contro le quali il padre della
vittima ha sempre fatto opposizione, il 16 novembre 2007 il gip Renato
Laviola decise che il caso non poteva essere archiviato come suicidio:
per lui si trattava di un omicidio e si doveva indagare più a fondo sulla vicenda.
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